Il Museo del carbone è la principale testimonianza dell’attività estrattiva che animò l’economia del Sulcis, fino agli anni Sessanta del XX secolo
Dal duro lavoro in miniera alla valorizzazione culturale: un salto nel passato industriale del Sulcis
Il Museo del carbone di Carbonia: Un viaggio nel cuore della storia mineraria sarda
Nel cuore del Sulcis, il Museo del Carbone di Carbonia è una delle più importanti testimonianze dell’epoca mineraria sarda, che ha segnato profondamente l’economia e la società del territorio tra gli anni ’30 e ’60 del Novecento. Situato nel sito minerario di Serbariu, il museo offre un’immersione unica nella storia e nella cultura del lavoro in miniera, restituendo alla memoria collettiva un passato di fatica e resilienza.
La miniera di Serbariu: un simbolo del Sulcis
Attiva dal 1937 al 1964, la miniera di Serbariu rappresentava una risorsa energetica fondamentale per l’Italia, con un bacino carbonifero che si estendeva su 33 ettari e includeva nove pozzi di estrazione e 100 chilometri di gallerie. A cavare il carbone furono chiamati lavoratori da tutta Italia, tanto che Carbonia, fondata nel 1938, ospitava 16.000 minatori e le loro famiglie.
Con la chiusura delle miniere negli anni ’70, il sito cadde in disuso, ma un grande lavoro di recupero promosso dal Comune di Carbonia e dal Parco Geominerario ha trasformato l’area in un polo culturale. Nel 2006, il museo è stato ufficialmente inaugurato, diventando uno dei principali esempi di archeologia industriale in Sardegna.
Un’esperienza immersiva nella vita dei minatori
La visita al Museo del Carbone inizia nella lampisteria, dove una collezione di lampade, attrezzi da lavoro, fotografie e documenti racconta la vita dei minatori. Il viaggio prosegue nella suggestiva galleria sotterranea, dove è possibile osservare l’evoluzione delle tecniche di estrazione del carbone, grazie alla ricostruzione di ambienti con attrezzature e macchinari d’epoca.
Un momento imperdibile è la visita alla sala argani, dove si possono ammirare le grandi ruote utilizzate per movimentare le gabbie nei pozzi. Questo spazio conserva intatta l’atmosfera del lavoro minerario, trasportando il visitatore direttamente negli anni in cui il carbone rappresentava il motore dell’economia del Sulcis.


Dal museo al territorio: un viaggio nella storia
La visita al Museo del Carbone non si esaurisce al solo complesso industriale. A pochi chilometri, il sito archeologico di Monte Sirai permette di scoprire un’altra epoca storica, con resti fenicio-punici unici in Sardegna, tra cui case, templi e necropoli.
Grazie alla gestione del Centro Italiano della Cultura del Carbone (CICC), il museo è stato inserito nei circuiti europei di archeologia industriale e riconosciuto dall’UNESCO, a testimonianza del valore culturale del progetto.
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