Su Traigolzu, un mostro leggendario che emerge dalle profondità dei mari nel giorno di Ferragosto
Ferragosto, un giorno tanto atteso di festa e di riposo, che vede la Sardegna come meta di tantissimi turisti innamorati delle meravigliose località balneari dell’isola.
Forse però, non tutti sanno che esiste una leggenda sarda legata proprio al giorno di Ferragosto. Come gran parte delle leggende sarde, anche questa rivela scenari terrificanti e creature spaventose.
La leggenda sarda di Ferragosto, narra di un mostro chiamato Su Traigolzu, simile a un minotauro e per alcuni aspetti a un drago, che prigioniero e incatenato nelle profondità marine, per un solo giorno all’anno si libera dalle catene per andare alla ricerca di anime da portare via con se negli abissi.
Secondo le credenze popolari, Su Traigolzu emerge dagli abissi alla mezzanotte tra il 14 e il 15 agosto, per poi tornare prigioniero alla mezzanotte tra il 15 e il 16. Durante queste 24 ore, la terribile creatura andava alla ricerca delle sue vittime, in modo particolare durante tutta la giornata di Ferragosto, era rischioso e sconsigliato fare il bagno al mare, in quanto su Traigolzu poteva cogliere di sorpresa, trascinando sott’acqua e affogando le sue vittime.
Una volta calato il sole, nelle poche ore di libertà che gli restavano, Su Traigolzu vagava per le vie e tra le case tirandosi dietro le sue grosse catene, in cerca di anime e corpi, terrorizzando intere comunità.
Questa figura mitologica sembrerebbe aver avuto origine nel paese di Sindia, in provincia di Nuoro, dove si dice che si manifesti la notte del 15 agosto per le vie del paese.
In memoria di questa antica leggenda, proprio a Sindia durante il carnevale, la maschera de Su Traigolzu sfilava per le vie del paese. Questa terrificante maschera era presente, secondo alcune testimonianze, fino al termine degli anni ’20 dello secolo scorso, per poi sparire completamente dimenticata, fino al 2011, quando grazie alle preziose testimonianze degli anziani è stata ricostruita e riproposta con grande successo.
La leggenda de Su Traigolzu, così come tante altre leggende sarde, veniva utilizzata come spauracchio per i bambini più vivaci, ma resta comunque parte della nostra cultura e delle nostre radici.
When is a cheese not what it seems? When it’s a fake parmesan.
Italy’s renowned parmigiano reggiano, favoured for finishing off bowls of pasta and rocket salads, is one of the
most counterfeited cheeses in the world. Now its manufacturers have found a
new way to hit back against the lookalikes:
by adding microchips.
The move is the latest innovation from the Parmigiano Reggiano Consortium (PRC), the association which oversees production, which has been trying for a century to fight off cheaper imitations that do not follow the exacting requirements to make the real deal.
The cheese, which can trace its history back to the middle ages, gained the EU’s prized protected designation of origin (PDO) status in 1996.
Under those rules parmigiano reggiano – the only kind which can be called parmesan within Europe – must be made in a small
part of northern Italy, including in the provinces of Parma
and Reggio Emilia.