La magia della notte di San Giovanni in Sardegna, le usanze e gli antichi riti pagani
La notte di San Giovanni è considerata una notte magica, festeggiata in quasi tutta Europa e particolarmente sentita in Sardegna, terra legata saldamente ad antichissimi riti pagani che non sono mai stati del tutto abbandonati dal popolo sardo.
La Sardegna è terra di origini antiche, e questo è un fatto risaputo, così come le sue usanze e le sue tradizioni, a cui i sardi restano ancora oggi fortemente legati nonostante nel corso dei secoli sono state influenzate e modificate dalla religione cattolica, le loro origini giungono da un antico passato pagano, scandito dalle leggi di madre terra che resta fortemente radicato nello spirito del popolo sardo.
In termini pagani, il sole e la luna sono i maggiori protagonisti della festa di San Giovanni in Sardegna, e sono diversi i riti praticati tra la notte del 23 e la mattina del 24 giugno, che vedono acqua, fuoco, fiori ed erbe come un potente mezzo che apre le porte alla magia.
I FUOCHI DI SAN GIOVANNI
In diversi paesi è usanza accendere dei falò nella notte di San Giovanni, nell’antichità lo scopo del rito dei fuochi di San Giovanni, era quello di dare più “forza” al sole, in quanto a partire da quel giorno avrebbe iniziato a diventare sempre più debole e le giornate sarebbero andate via via accorciandosi sempre di più fino al prossimo solstizio d’inverno.
LA NOTTE DI SAN GIOVANNI LA NOTTE DELLE STREGHE
La notte di San Giovanni è conosciuta anche come la notte delle streghe, in quanto secondo alcune credenze popolari, sarebbe la notte in cui avviene il sabba delle streghe.
SANTU JUANNE, LA FESTA DI SAN GIOVANNI SARDEGNA
In terra sarda, le tradizioni le usanze e i riti legati alla notte di San Giovanni, sono ancora molto sentite e praticate. In tutta l’isola si da inizio a un susseguirsi di riti legati alle tradizioni contadine che si mescolano a tradizioni religiose, ma che hanno in comune delle forti radici pagane.
FUOCHI DI SAN GIOVANNI SARDEGNA
I riti del fuoco in Sardegna, sono praticati da sempre e in diverse occasioni durante l’anno. Nel caso dei fuochi di San Giovanni in Sardegna, il rituale è praticato più o meno in quasi tutti i paesi.
La sera del 23 giugno è compito degli uomini accendere i fuochi, una particolarità di questo rito ci arriva da Abbasanta, dove ad accendere i fuochi sono gli uomini di nome Giovanni.
In passato nell’isola, radunarsi intorno al fuoco durante i giorni del solstizio d’estate, era considerato un momento particolarmente importante per il popolo sardo, perché oltre a propiziare i raccolti, si creavano legami d’amore e di amicizia indissolubili.
Esiste un rito praticato in Sardegna, di forte impatto emotivo (citato anche in un libro di Grazia Deledda) in cui nella notte di San Giovanni, si saltano i fuochi tenendosi per mano. Praticato da tutti, uomini, donne, adulti e bambini, questo rito creava dei legami indissolubili tra le persone che si sceglievano a vicenda per saltare il fuoco insieme.
Potevano essere persone dello stesso sesso, ma anche un uomo e una donna, che insieme si prendevano per mano e saltando il fuoco diventavano comari o compari de “Santu Juanne” un rapporto che durava per tutta la vita e che nulla avrebbe mai potuto scalfire. Era usanza in diversi paesi, recitare una sorta formula magica, una filastrocca o poesia, mentre si compiva il salto del fuoco, che spesso variava in base alla zona.
RITO DELL’ACQUA DI SAN GIOVANNI
Un altro rito, sicuramente più diffuso e conosciuto, è quello dell’acqua di San Giovanni, in cui ad essere protagoniste sono le donne e i fiori.
ACQUA DI SAN GIOVANNI LEGGENDA
La leggenda narra che durante il periodo del solstizio d’estate il potere magico e curativo di fiori e piante, così anche le pietre, divenisse più potente caricandosi di influssi benefici e di energia positiva. L’acqua di San Giovanni dunque, si prepara per sfruttare la forza e la potenza di piante e fiori intrisi della rugiada degli Dei, ovvero quella che scende durante la notte del 23 Giugno.
ACQUA DI SAN GIOVANNI SARDEGNA
Ma come si prepara e come si usa l’acqua di San Giovanni? In Sardegna la raccolta dei fiori e delle erbe destinate alla preparazione della preziosa acqua, è compito delle donne. In passato chi aveva intenzione di preparare l’acqua di San Giovanni, doveva tenersi preferibilmente a digiuno, inoltre si riteneva che l’acqua fosse più efficace se i fiori posti in ammollo fossero stati in numero dispari.
COME PREPARARE L’ACQUA DI SAN GIOVANNI
La preparazione dell’acqua di San Giovanni inizia con la raccolta delle erbe e dei fiori, che come detto dovrebbero essere in numero dispari.
ACQUA DI SAN GIOVANNI ERBE
Non esiste una vera e propria regola che impone determinate tipologie di fiori o erbe, la cosa migliore è infatti lasciarsi guidare dal proprio istinto scegliendo tra le specie che si hanno a disposizione anche nel proprio giardino, se non si ha la possibilità di cogliere fiori e erbe selvatiche. Ovviamente sono da escludere tutte le piante tossiche o velenose, o quelle a cui si è allergici, per evitare ogni possibile effetto nocivo.
FIORI PER ACQUA DI SAN GIOVANNI
Di solito i fiori e le erbe più usate sono lavanda, rosmarino, iperico (conosciuto anche come erba di san Giovanni), malva, artemisia, salvia, menta, papaveri, rose e camomilla. I fiori e le erbe raccolte non devono mai essere una quantità eccessiva, bisogna infatti prendere quello che la nutra ci offre senza essere avidi.
Inoltre le piante non devono mai essere estirpate alla radice, ma si devono tagliare soltanto fiori e foglie. Dopo il tramonto, le erbe e i fiori raccolti, vanno messe in una ciotola (preferibilmente non di plastica) e immerse nell’acqua. Una volta fatto questo la ciotola dovrà essere posta all’esterno ed esposta alla luce della luna per tutta la notte, così che i fiori possano poi assorbire la rugiada del mattino.
ACQUA DI SAN GIOVANNI COME SI USA
La mattina del 24 giugno, l’acqua si utilizza per lavare mani e viso, in una sorta di rituale propiziatorio e di purificazione che porterà amore, fortuna e salute.
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