Foto – Wikipedia – Jkens
Lo Stazzo Gallurese, un patrimonio di storia e tradizione
Nel cuore della Gallura, una regione storica del nord Sardegna, gli stazzi hanno rappresentato per secoli il fulcro della vita rurale. Queste semplici dimore, con la loro struttura rettangolare e i muri in granito, hanno ospitato generazioni di pastori e agricoltori, costituendo una delle testimonianze più autentiche della cultura locale. Lo stazzo gallurese non era solo un’abitazione: era un vero e proprio microcosmo autosufficiente, un mondo a sé, dove la vita si svolgeva in armonia con la terra e gli animali.
Cosa sono gli Stazzi?
Il termine “stazzo” indica sia la casa rurale che l’intera proprietà agricola circostante, che poteva estendersi su centinaia di ettari. L’abitazione tipica dello stazzo era costituita da un’unica stanza – o più raramente due – che fungeva da cucina, camera da letto e spazio di lavoro. L’arredamento era essenziale, ma funzionale: al centro della stanza dominava il focolare, attorno al quale si riuniva la famiglia per preparare i pasti e scaldarsi durante le rigide notti invernali.
All’esterno dello stazzo si trovava spesso un forno, chiamato “lu furru”, e un piccolo magazzino, “lu pinnenti”, utilizzato per conservare gli strumenti agricoli o i prodotti del raccolto. Le strutture erano costruite con materiali locali: pietre di granito per le mura e legni di olivastro o ginepro per la trave portante del tetto, chiamata “traitólta”. Quest’ultima sosteneva un tetto a doppio spiovente, tipico della tradizione gallurese, composto da strati di canne e tegole.
Vita Autarchica e Comunità Solidale
La vita negli stazzi galluresi era caratterizzata da un’autosufficienza totale. Gli abitanti vivevano di ciò che producevano: coltivavano cereali, ortaggi, raccoglievano olive e allevavano bestiame. Con il latte delle loro pecore e capre producevano formaggi e burro, mentre dalla pianta del lentisco ricavavano un olio aromatico usato per condire i piatti, specialmente la carne.
Ogni stazzo faceva parte di una comunità più ampia, chiamata “cussogghja”, una sorta di villaggio diffuso formato da un gruppo di stazzi vicini. La cussogghja non era solo una realtà geografica, ma anche una comunità sociale unita da profondi legami di collaborazione e amicizia. Il punto di riferimento di ogni cussogghja era una chiesa campestre, che fungeva da luogo di incontro per le famiglie e di celebrazione delle festività religiose.
L’evoluzione degli stazzi galluresi
Lo stazzo gallurese, le cui origini risalgono ai primi anni del ‘700, hanno subito nel tempo diverse evoluzioni. Si ritiene che i primi stazzi siano stati costruiti da pastori corsi fuggiti dalle faide politiche della loro isola. La migrazione dei corsi ha influenzato anche il dialetto gallurese, un sardo con forti inflessioni corse, parlato ancora oggi nella regione.
Durante il XIX secolo, gli stazzi raggiunsero la loro massima diffusione, in un periodo in cui la popolazione si stabiliva prevalentemente nell’entroterra. Tuttavia, con l’inizio del XX secolo, la tendenza si invertì e molte famiglie cominciarono a trasferirsi verso le coste, che fino ad allora erano state considerate pericolose e improduttive. Il cambiamento si intensificò nel dopoguerra, con la nascita di nuovi paesi e insediamenti lungo le coste, che attrassero la popolazione rurale.
Lo stazzo gallurese tra tradizione e modernità
Oggi, molti stazzi sono stati abbandonati o convertiti in case vacanza, ma alcuni stanno vivendo una rinascita grazie a operazioni di restauro conservativo. Il fascino di queste antiche dimore rurali, con la loro architettura semplice ma funzionale, continua ad attrarre chi desidera riscoprire uno stile di vita più autentico, a contatto con la natura.
Il recupero degli stazzi rappresenta non solo una valorizzazione del patrimonio culturale della Sardegna, ma anche una risposta moderna alla crescente domanda di sostenibilità e rispetto per l’ambiente. Chi visita oggi la Gallura può ancora vedere gli stazzi che punteggiano il paesaggio, testimonianza vivente di una civiltà che ha saputo adattarsi ai tempi pur mantenendo intatte le proprie radici.
Lo stazzo gallurese, il simbolo di un forte legame con la terra
Gli stazzi galluresi sono molto più che semplici edifici: sono il simbolo di un legame profondo con la terra e la tradizione. La loro storia racconta di una vita semplice, scandita dai ritmi della natura e caratterizzata da una forte cooperazione comunitaria. Anche se la vita rurale della Gallura è cambiata, il ricordo degli stazzi e della loro civiltà rimane vivo, tramandato di generazione in generazione.
Attraverso la loro riscoperta e valorizzazione, gli stazzi continuano a raccontare una storia di testarda resistenza, identità e orgoglio sardo, che risuona ancora oggi nel paesaggio della Gallura.
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