L'uomo nero in Sardegna si chiama "Mommotti"
In Sardegna Mommoti, conosciuto anche come Bobbotti, è una creatura leggendaria spaventosa, temuta da ogni bambino.
Mommotti veniva usato particolarmente in passato, ma anche ai giorni nostri, per mettere un freno ai capricci dei bambini, o semplicemente per metter in riga quelli più vivaci e poco obbedienti. La frase che faceva tremare i bambini era: “Adesso, se non fai da bravo chiamo Mommotti, e ti porta via”.
Descritto come una figura oscura, Mommotti è una creatura dalle fattezze terrificanti, vestito con abiti neri e con il volto coperto da un grande cappuccio. Quando chiamato, arriva camminando a passo pesante con un grosso bastone, per portare via con se i bambini “cattivi”.
Inoltre Mommotti ha una folta barba che si scorge dal cappuccio, e chi riesce a vederlo in volto racconta di uno sguardo terrificante, per questo è considerato una delle figure più spaventose nella tradizione sarda, e indubbiamente uno degli spauracchi più utilizzati in tutta l’isola.
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Mommoti secondo il linguista glottologo Salvatore Dedola:
In realtà Mamoiada (< *Mammoiata <*Mommo(t)iata) è un allotropo di Mommoti, cui è stato aggiunto un suffisso territoriale in-ata. (MOMMOTI, cioè per fare intimorire i bambini, gli si dice che sta venendo Mommoti, il
quale nella fantasia popolare è un essere aniconico, tenebroso, silenzioso ed esiziale. Nell’evocarlo, le madri fanno al voce cupa ed intonata al tragico. La tradizione è Cananea.
Nel Vicino Oriente era un dio dal carattere demoniaco che poneva fine alle attività vitali. In ugarittico abbiamo la forma Motu, “la Morte”.
Nel Vicino Oriente era un dio dal carattere demoniaco che poneva fine alle attività vitali, e deriva dall’ugaritico Motu, “la Morte”. Mammutthone, Mammuthone, Mommothone non è altro che l’accrescitivo di Mommoti, ed oggi il celeberrimo spauracchio – noto in tutto il mondo – che domina il Carnevale del paese. Mammuthone rappresenta la morte dell’anno vecchio e nel contempo celebra la nascita dell’anno nuovo che s’apre all’orgasmo della natura. Di qui la contrapposizione istantanea (e la pagana rappresentazione) della Morte
e della Vita (l’una che arretra, l’altra che avanza).
A Mamoiada l’attuale religione non è riuscita ad obliterare, se non in parte, le sacre funzioni del Nuovo Anno e, inserendo la nascita di Gesù all’inizio dei Saturnalia (le feste latine che aprono il Carnevale), ha tollerato che la sacra rappresentazione della morte
rimanesse relegata tra i lazzi del Carnevale.