
È un grande centro dell’hinterland cagliaritano, a 15 chilometri dal capoluogo della Sardegna, con suggestivi paesaggi naturali, tradizioni culturali, agricole e artigianali
Il toponimo Ùssana è menzionato per la prima volta, nella forma latina “villa Ussane”, ossia “paese di Ussana”, in un documento di natura feudale risalente al 1326
La tipologia abitativa caratteristica è la cosiddetta casa campidanese con sa lolla, il loggiato antistante il cortile interno.
Queste abitazioni sono ancora costruite in ladiri, mattoni crudi di fango e paglia, ma per i portali d’ingresso e nelle zoccolature delle cortine murarie di cinta si impiegano bei conci squadrati in arenaria.
La parrocchiale di San Sebastiano, di forme barocche, sorge al centro del paese su un precedente edificio del XV secolo.
In periferia, su un colle a nord del centro abitato, sorge la chiesa medioevale di San Saturnino, a doppia navata, il cui impianto originario, più volte rimaneggiato, risale al primo quarto del XII secolo. All’interno di questa chiesa si conservano un sarcofago del III sec. d.C. e alcuni rocchi di colonna, anch’essi di epoca romana, indubbiamente pertinenti all’insediamento che in quel periodo si trovava in questo territorio.
Nelle campagne del paese si trovano i ruderi di alcune chiese, già in stato di abbandono durante l’Ottocento: tra queste si ricordano Santa Giuliana, San Genesio, San Lorenzo (costruita con il materiale di recupero di un vicino edificio termale romano), San Lussorio e San Pietro, che era la parrocchiale del paese scomparso di Janna.
Presso la chiesa di San Lorenzo nel 1949 vennero portati alla luce i ruderi di un impianto termale romano, ascrivibile al IV sec. d.C., riutilizzato in parte come fondazione per l’edificio di culto.
Si tratta di un impianto termale riutilizzato in parte come fondazione per l’edificazione della chiesa medievale di San Lorenzo.
Intorno ad un grande vano centrale (probabilmente il “tepidarium”, sala riscaldata a temperatura media) si dispongono diversi ambienti. Sono ancora visibili i “calidaria” (sale riscaldate), i “praefurnia” (vani e forni per il riscaldamento), il “laconicum” (sala destinata a bagni di vapore), i “frigidaria” (sale dotate di vasca per il bagno freddo).
L’edificio sembra databile intorno al IV secolo d.C.
Esso si collegava verosimilmente ad una “villa rustica” le cui strutture murarie residue andarono distrutte nel corso di alcuni interventi agricoli (col termine “villa” si fa riferimento ad un’abitazione situata al di fuori dalle mura cittadine; l’espressione “villa rustica” designa lo spazio della villa destinato all’attività rurale, mentre la “villa urbana” era lo spazio destinato ad accogliere il proprietario).


Un calendario ricco di Feste paesane: