pane carasau
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Nato per sfamare i pastori sardi in periodo di transumanza, oggi esportato ovunque

Pane Carasau, le origini

Il pane carasau, conosciuto anche con i nomi di carasatu, carasadu, pane fine, pane ‘e fresa o pane fatu in fresa, rappresenta un’icona della tradizione enogastronomica sarda. Questo alimento, che ha radici profonde nella storia e nella cultura dell’isola, nasce per soddisfare le necessità dei pastori durante i lunghi periodi di transumanza. Grazie alla sua particolare preparazione, che lo rende leggero, croccante e di lunga conservazione, il pane carasau è oggi esportato in tutto il mondo, mantenendo intatto il suo valore simbolico e nutrizionale.

Le origini del Pane Carasau

Prodotto agroalimentare tradizionale (PAT) italiano, il pane carasau affonda le sue radici nella Sardegna antica, quando i pastori avevano bisogno di cibo che fosse facilmente trasportabile e duraturo. L’alto contenuto di carboidrati, combinato con la sua leggerezza, rendeva questo pane ideale per sfamare le fatiche quotidiane. Non solo, veniva spesso utilizzato come piatto su cui consumare formaggi o carne, oppure ammorbidito in acqua o brodo per accompagnare il pasto.

“Sa Cotta”: Un rito familiare

Il processo di preparazione del pane carasau, noto come “Sa Cotta”, era un vero e proprio rito comunitario che coinvolgeva le donne della famiglia e del vicinato. Questo momento di condivisione aveva un forte valore sociale, tramandato di generazione in generazione. Le fasi della preparazione del pane erano lunghe e complesse, ma ogni fase aveva la sua importanza per garantire la qualità e la conservazione del prodotto finale.

Le 8 fasi della preparazione

La preparazione del pane carasau si suddivide in otto fasi principali:

  1. S’inthurta: Impastare farina e lievito fino a ottenere un composto omogeneo.
  2. Cariare o hariare: Lavorare l’impasto con forza fino a renderlo elastico.
  3. Pesare: Lasciare riposare l’impasto affinché avvenga la lievitazione.
  4. Orire, sestare: Dividere l’impasto in porzioni più piccole, pronte per essere lavorate.
  5. Illadare: Appiattire l’impasto fino a ottenere sottili dischi.
  6. Cochere: Cuocere i dischi in un forno a legna, dove il calore li fa gonfiare.
  7. Fresare o calpire: Separare i due strati del disco appena sfornato.
  8. Carasare: Infornare nuovamente i dischi per renderli croccanti e resistenti nel tempo.

Questo processo artigianale richiede esperienza e precisione, con un’attenzione particolare ai tempi di cottura e alle tecniche di separazione del pane.

Il valore del pane carasau oggi

Oltre ad essere un alimento simbolo della Sardegna, il pane carasau è diventato un prodotto di fama internazionale. Grazie alla sua croccantezza, che gli è valsa il soprannome di “carta da musica”, questo pane è apprezzato non solo come accompagnamento ai pasti, ma anche come snack leggero e gustoso. Dal 2017, il termine “carasau” è stato ufficialmente inserito nel dizionario Zingarelli, un riconoscimento che sottolinea la diffusione e l’importanza di questo prodotto nel panorama culinario italiano.

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