La storia dello stagno è stata per lungo tempo associata alla pescositàdelle sue acquee alla particolare posizione che lo rendevano particolarmente adattocome porto per gli scambi commerciali
Oggi habitat di infinite specie di volatili e non solo…
Lo stagno di Cagliari, uno degli ecosistemi umidi più estesi d’Europa, si estende su circa 1300 ettari alle porte del capoluogo sardo. Questo ambiente, più propriamente una laguna, ha rappresentato nei secoli un crocevia di storia, commercio e biodiversità. Il termine “stagno” deriva dall’uso del sardo campidanese, che genericamente designava le aree umide come “stani”, in assenza di un termine specifico per “laguna”.
Circondato da centri urbani e infrastrutture, lo stagno è delimitato a nord dalle foci dei fiumi Fluminimannu e Cixerri, a ovest dalla zona industriale di Macchiareddu e dai terreni agricoli di Capoterra, mentre a sud una striscia di terra lo separa dal mare. Nonostante le modifiche apportate nel corso dei secoli da bonifiche, espansione urbana e industriale, la laguna ha mantenuto una straordinaria varietà di specie animali e vegetali.


La vegetazione, pur poco appariscente, è fondamentale per l’ecosistema: costituisce l’habitat ideale per la nidificazione di quasi 200 specie di volatili e fornisce cibo essenziale per diverse specie di uccelli migratori e stanziali. Sebbene lo stagno ospiti una modesta quantità di mammiferi, rettili e anfibi, la vera ricchezza faunistica è rappresentata dall’avifauna che popola questi spazi verdi, rendendo l’area una risorsa preziosa per la biodiversità.


Dal punto di vista storico, l’area della laguna ha ospitato insediamenti fin dall’VIII secolo a.C. La città punica di Carales sorse lungo le sue sponde e, con i Romani, divenne un fiorente centro portuale. Nel Medioevo, la capitale del Giudicato di Calari, Santa Igia, fu situata su un lembo di terra prospiciente lo stagno, e le sue acque videro persino una battaglia navale tra Genova e Pisa nel 1194, per il controllo del giudicato. Oggi lo stagno di Cagliari è non solo un tesoro storico, ma anche un ecosistema unico da proteggere.