Il Discoglosso sardo, un piccolo anfibio da tutelare

Il Discoglosso sardo, una specie vulnerabile

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Il Discoglosso sardo, piccolo e discreto abitante della Sardegna che spesso passa inosservato, ma ampiamente diffuso e ben distribuito in tutta l’isola.

E’ bene precisare, che il Discoglosso sardo, contrariamente a quanto si possa pensare e affermare, non è una specie endemica della Sardegna come induce a pensare il suo nome, ma bensì un endemismo mediterraneo-tirrenico, in quanto in Italia, la specie è presente oltre che in Sardegna, anche in Corsica su due isole dell’ Arcipelago Toscano, Giglio e Montecristo, e sull’isola fossile di Monte Argentario.

Il nome Discoglosso sardo, deriva evidentemente dal fatto che questo anfibio è diffuso su tutto il territorio sardo, comprese alcune isole minori della Sardegna, a differenza degli altri territori in cui la sua presenza è limitata ad alcune zone.

La presenza del Discoglosso sardo in Sardegna, viene fatta risalire alla prima fase del popolamento faunistico dell’isola, ovvero il Miocene superiore, si può affermare quindi, che popoli la nostra isola fin dai tempi della Preistoria.

HABITAT

La specie è presente in un’ampia varietà di ambienti, sia in prossimità del mare che nelle zone montuose ed è possibile trovarlo fino ai 1200 m. di altitudine.

Il Discoglosso sardo, nonostante la sua ampia diffusione sul territorio, predilige e vive prevalentemente negli stagni, negli acquitrini, pozze e/o corsi d’acqua, da cui si allontana solo nelle giornate piovose.

Più raramente, può trovarsi anche in zone umide nelle vicinanze di insediamenti urbani, in quanto soffre ed è disturbato dall’antropizzazione del territorio e quindi del suo habitat.

Sia d’inverno quando c’è molto freddo, sia d’estate quando fa molto caldo si rifugia in una specie di letargo sotto terra. Normalmente, di giorno vive nascosto sotto le pietre o sotto i cespugli, mentre al crepuscolo esce per andare a caccia.

IDENTIFICAZIONE

Il Discoglosso sardo è un anfibio di piccole dimensioni, gli esemplari più grandi raggiungono solitamente i 7 – 8 cm. Il corpo è snello e slanciato, ed è caratterizzato da due particolarità, la testa dalla forma triangolare, più larga che lunga e gli occhi sporgenti che presentano una pupilla cuoriforme, o simile a una goccia capovolta, al contrario degli altri anfibi simili presenti sul territorio, che presentano una pupilla orizzontale.

Il maschio è tendenzialmente più piccolo rispetto alla femmina, dalla quale si distingue, durante il periodo riproduttivo, per la presenza di calli o rigonfiamenti carnosi nelle dita degli arti anteriori, detti anche calli nuziali.

RIPRODUZIONE

Il periodo di riproduzione va da febbraio a maggio e i maschi emettono dei richiami di corteggiamento per attirare le femmine. Gli accoppiamenti avvengono in acqua, il maschio avvolge la femmina in una sorta di abbraccio e feconda le uova al momento della deposizione.

La femmina depone da 20 a 1500 uova, che vengono emesse a gruppetti di 20-50 per volta e deposte sul fondo, sono di colore nero e la schiusa avviene dopo circa 2-6 giorni. Le larve completano la metamorfosi dopo circa un mese.

ALIMENTAZIONE

Il Discoglosso sardo è una specie predatrice, molto vorace, si nutre di insetti, lombrichi, lumache e piccoli invertebrati. In alcuni casi può catturare anche piccole lucertole e anche piccole bisce.

STATO DI VULNERABILITA’

Il Discoglosso sardo è una specie in drastica diminuzione, soprattutto in Sardegna. Le cause della sua vulnerabilità sono da attribuirsi alla distruzione e contaminazione degli habitat e all’introduzione di alcune specie ittiche che si nutrono delle uova.

Ma spesso è anche vittima della chitridiomicosi, una malattia provocata da un fungo, il chitride Batrachochytrium dendrobatidis che colpisce, spesso con conseguenze letali, la cute degli anfibi.

Ecco perché, il Discoglosso sardo è una delle specie che popolano da sempre la nostra isola, da salvaguardare e tutelare.

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