Essere "a culu trottu", capita spesso il lunedì ma non solo, ecco il significato di questo detto sardo
Est a culu trottu è una delle tante frasi che se non sei sardo ti viene difficile coglierne il senso.
In Sardegna infatti, esistono tantissimi detti, proverbi e modi di dire sia in lingua sarda che in italiano, che per chi non è nato e cresciuto in Sardegna, risultano essere di difficile interpretazione. Per esempio potrebbe anche capitare spesso di sentir dire alcune parole in italiano, che in Sardegna assumono un significato completamente diverso da come si intende nel resto della penisola.
Molti detti, modi di dire, o proverbi sardi, racchiudono insegnamenti dal significato antico e profondo, in modo particolare quelli che riguardano gli aspetti di vita di un tempo, che purtroppo si stanno via via perdendo. Ma ne esistono anche tanti altri, diciamo così, meno raffinati, come in questo caso, che si ispirano sempre alla vita di tutti i giorni, ma in chiave più allegra e divertente, e che fanno comunque parte del nostro parlato e vissuto quotidiano.
Est a culu trottu, tradotto in italiano, vuol dire letteralmente, “E’ a culu storto” che detta così per molti non ha alcun senso, ma per i sardi si traduce, con essere di malumore, cupi o un pò arrabbiati.
Per esempio, a chi non è mai capitato di svegliarsi la mattina di cattivo umore? Ecco che in casi come questo, in Sardegna potresti sentirti dire: “ti ndi ses pesau a culu trotu”? che significa “Ti sei alzato a culo storto?”
Oppure ancora, quando capita di rispondere in modo scortese e sgarbato senza un valido motivo, potresti sentirti chiedere: “Itta sesi a culu trottu?” che tradotto vuol dire “Sei a culo storto?”.
Solitamente questo modo di dire, si usa per sdrammatizzare un momento di tensione, o rimettere in riga la persona che si rivolge a noi in modo antipatico o scontroso senza alcun motivo.
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Adoro la lingua sarda e sottolineo lingua non dialetto, tutti i proverbi della Sardegna sono meravigliosi ed hanno un che di misterioso e armonioso allo stesso modo
Grazie Ornella, che bel commento 🙂
Bravissima
Itta ti mancada
Hai ragione per tanti anni ho fatto fiere in tutta l’Italia con i prodotti sardi e nel mio stand figurava sempre una scritta .Sicchi sempre su caminu de SOS bezzos e piedi sempre azzudu a Deus ,ne uni ne
Satteru a mai traittu nemmos.
Spero ti piaccia. Mario Virdis
Molto bello..e non l’avevo mai sentito.
Segui sempre il cammino dei vecchi..e chiedi aiuto a Dio. Ne uno ne l’altro hanno mai tradito nessuno…
Commovente..non lo conoscevo..da qualche tempo leggo I bellissimi libri di Dedola..un pozzo di conoscenze della nostra terra meravigliosa..
EST-ËSHTË ,CULU-(KU-LU) MUOVE TROTTU -STORTO SHTRËMËR- . MODO DI DIRE in Albania, Buthë lëvizur. TINDI-TI NDI ,SESI-SE SI , PESAU-PE SA KU LU
Tradurre in ITALIANO ,TU VEDI QUANDO TANTO MUOVE. Lingua SARDA e lingua dialettica dell’Albania centrale, come parla anche STELE DI NORA IN SARDEGNA. CI SALUTO.
Ciao Emanuel, é in calendario un articolo proprio su la Stele di Nora, grazie per il tuo contributo 🙂
Sono sarda di adozione,amo la lingua Sarda.
Che bello :-), ciao Nunziata
Per rispondere a chi ci risponde male,si usa anche dire (tindi se pesau a murrusu fredusu )ti sei alzato con le labbra fredde 💪😂
Fridusu
A tenore e stampu ,su baballotti.
Tradotto
A grandezza del buco, l’insetto
Che vuol dire , che non puoi far entrare un insetto in un buco più piccolo di lui , come cercare di infilare un piede grande in una scarpa piccola🤷
Per favore, se scrivete in sardo, visto che siete una testata giornalistica, cercate almeno di scrivere a norma, non alla membro di segugio. Il sardo ha le sue regole di scrittura. Si scrive “ti ndi ses pesau a culu trotu”? “Est a culu trotu”. Ecc…
Grazie.
Io sono sardo mio padre era sardo mio nonno era sardo e sicuramente lo sono da più di sette generazioni. Però purtroppo in famiglia mio padre parlava sempre in italiano perché era un maestro nelle scuole elementari e ai suoi tempi era vietato a scuola parlare in italiano. Son cresciuto quindi senza saper parlare il sardo e a 35 anni da adulto l’avevo imparato da un amico di Burcei.
Mi correggo : a quei tempi a scuola era vietato parlare IN SARDO.
Fintzas arrischendimì de parri chi a unu ca s’est “pesàu a culu trotu”, no potzu fai ca no m’istrobat lìgi “il resto della penisola”, a su mancu po giustèsa semàntica e, po mimi, prusaprestu po su discursu sociali e culturali. Iat essi prus adecuàdu nài “nella penisola”, ca funti cosas diferentis meda s’isula e sa terramanna ca in custu assémbru est penìsula. Ca siat ladìnu, no est cosa de “separazionismo”, est scéti giustèsa e prus indh’unu giassu de noas ca tenit su punnu de bandhiri fatus e beridadis, cumintzéndi de is prus cosas pitìcas ca-i custa.
Cun rimìru e paxi, saludi
AP