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Le piante carnivore in Sardegna, sconosciute fino a qualche decennio fa, oggi protagoniste tra le specie rare dell'isola
Le piante carnivore in Sardegna, belle e colorate, molto lontane da come siamo abituati a pensarle e immaginarle, fino a pochi decenni fa ritenute impossibili da reperire sull’isola anche dagli studiosi del settore, così rare che sono sfuggite anche ai più esperti.
E’ noto che la Sardegna sia uno scrigno che custodisce un importante patrimonio ambientale, in parte ancora da scoprire, non è un caso infatti, che il più elevato numero di piante spontanee autoctone presenti sull’intero territorio italiano, si trovi proprio in Sardegna.
Le piante carnivore in Sardegna, sono state scoperte recentemente, il primo ritrovamento risale infatti al 2014, mentre il primo avvistamento purtroppo certificato solo dopo molti anni, risale al 1987 quando uno studente di scienze naturali fece la prima segnalazione che però non fu mai confermata da nessun botanico a causa della difficoltà nell’individuare i rari esemplari.
PINGUICULA SEHUENSIS, LA PIANTA CARNIVORA DI SEUI
Una delle due piante carnivore in Sardegna è proprio la Pinguicula Sehuensis, meglio nota come “la pianta carnivora di Seui“.
La Pinguicula Sehuensis fu scoperta nel 2014 da un’equipe dell’Università di Cagliari guidata dal professor Gianluigi Bacchetta sui rilievi del Montarbu di Seui, da cui ha preso sia il nome scientifico che il nome comune.
Si tratta di una pianta che si presenta di dimensioni relativamente ridotte, è alta tra gli 8 e i 14 cm con fiori caratteristici viola. Si nutre riilasciando una sostanza densa e vischiosa sulle foglie, con cui gli insetti, in particolare mosche, ragni, api e farfalle.
Si tratta di una specie endemica della Sardegna e presente solo sull’isola, inoltre è una pianta rarissima, nella zona dove è avvenuta la scoperta se ne contavano meno di un migliaio.
Quando il professor Bacchetta la scoprì infatti, dichiarò: “Appartiene a un genere mai notato e mai descritto prima in Sardegna. Dall’analisi dei suoi cromosomi è risultato che la pianta è di un tipo ancestrale, la possiamo considerare la madre di una serie di esemplari della stessa specie”.
UTRICULARIA VULGARIS O ERBA VESCICA
L’altra pianta carnivora in Sardegna, la Utricularia vulgaris è stata scoperta nel 2020, nello stagno di Platamona, in provincia di Sassari.
A fare la scoperta fu un altro studente di Scienze Naturali che si laureò poco dopo, Giovanni Rivieccio, insieme alla sua professoressa e docente di botanica dell’Università di Sassari Simonetta Bagella.
L’Utricularia vulgaris, nota anche come Erba Vescica, si presenta in superficie con dei bellissimi e inconfondibili fiorellini gialli, mentre sott’acqua nasconde delle vescichette , si aprono quando si avvicinano le prede, come girini e larve di zanzare, che vengono letteralmente risucchiati.
Come abbiamo spiegato all’inizio dell’articolo la prima segnalazione della pianta era arrivata ben 33 anni prima, nel 1987, da un altro studente di Scienze Naturali, Marco Giau, ma nessun botanico era mai riuscito a individuarla.
Sia Rivieccio che Giau, individuarono la pianta tra i canneti di quello stagno, poche decine di esemplari, tanto poche da confermare la sua rarità nell’isola, ma risulta essere molto rara anche nel resto della penisola.
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