Marti Perra, una creatura legata ai festeggiamenti del carnevale in Sardegna, in particolar modo al Martedì Grasso
Il Carnevale in Sardegna, è ricco di tradizioni che hanno origine in tempi lontani, molte ancora strettamente legate a riti antichissimi e pagani.
Oltre alle tantissime figure e maschere sarde, in alcuni paesi si tramandano ancora alcune leggende, come quella di Marti Perra.
Quella di Marti Perra è una leggenda che fonda le sue radici nel paese di Gairo, ma personaggi simili si trovano anche in paesi vicini, come Ulassai ed Esterzili.
LA LEGGENDA SARDA DI MARTI PERRA
Secondo la leggenda, Marti Perra o Martiperra, era un grosso gatto nero, che si aggirava per il paese il giorno di Martedì Grasso, per vigilare che tutta la comunità partecipasse ai festeggiamenti del carnevale. Si dice che Marti Perra puniva in modo brutale chiunque non rispettava la tradizione del carnevale, trascorrendo la giornata a lavorare invece che a festeggiare.
La leggenda narra che l’arrivo di Marti Perra era preceduto da una sorta di ritornello che diceva: “Non mi neris atò, ca Marti Perra so, deu soi Marti Perra, beniu sò po ti ferriri” che tradotto significa “Non dirmi atò, che Marti Perra sono, sono Marti Perra e sono venuto per farti male”. “Atò” o “Cattò” era un’espressione usata dagli anziani per scacciare i gatti.
Marti Perra aggrediva chiunque venisse sorpreso a lavorare, causando delle gravi ferite ai malcapitati o addirittura squartandoli.
Altre figure simili a Marti Perra, si trovano nei racconti tramandati in altri paesi, ma in questi casi sono strettamente legate oltre che al carnevale, anche ad alcuni riti contro siccità e carestie.
A Ulassai per esempio, si racconta di Martisberri, mentre ad Esterzili di Sandiperra, personaggi entrambi legati a riti arcaici, studiati accuratamente dal noto linguista Salvatore Dedola.
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