Foto – Francesco Canu
Il Ragno nuragico, scoperto solo pochi anni fa potrebbe essere un antico abitante dell'isola
Ragno nuragico nome scientifico
Il nome scientifico del Ragno Nuragico, è Amblyocarenum nuragicus. Il termine nuragicus sta a sottolineare il fatto che finora è stato avvistato soltanto in Sardegna e questo potrebbe determinarne l’endemismo.
Ragno nuragico nomi sardi
- Anche nell’isola si fa un pò di confusione con i nomi, ma probabilmente per un fatto di comodità il Ragno nuragico viene chiamato nelle diverse zone della Sardegna con nomi associati ad altri ragni, ossia:
- Cubalciada
- Tuìga
- Ragna
- Aragna
- Aranzolu
- Tarràncu.
RAGNO NURAGICO ORIGINI DEL NOME
Il ragno botola nuragico, chiamato così in onore dell’antica civiltà nuragica che da tempi immemori ha popolato l’isola, si presenta come un ragno scuro di medie dimensioni
RAGNO NURAGICO DESCRIZIONE
Le dimensioni variano notevolmente tra esemplari maschi ed esemplari femmine, ma entrambi si contraddistinguono per il loro aspetto compatto, massiccio e pubescente.
Maschio: Dimensioni corporee tra i 13-17 mm, ragno dalle zampe allungate, con forti cheliceri neri, parte cefalica del cefalotorace rilevata, pubescente con fine peluria argentata, dai riflessi metallici anche verdastri negli individui vivi; fovea costituita da una fossetta molto profonda e lievemente ricurva. Arti bruni scuri, addome violaceo con una evidente chiazza chiara in zona cardiaca.
Femmina: Dimensioni corporee tra i 17-25 mm, ragno robusto e compatto, con forti cheliceri rossicci, parte cefalica del cefalotorace molto rilevata, lucida; fovea costituita da una fossetta molto profonda e lievemente procurva. Arti bruni scuri, addome grigiastro con una evidente chiazza chiara in zona cardiaca.
RAGNO NURAGICO – HABITAT, ALIMENTAZIONE E COMPORTAMENTO
Il Ragno Nuragico, essendo un ragno botola, vive in tane scavate nel terreno, scava i suoi cunicoli sia in piano che su piccoli terrapieni inclinati. Le tane possono raggiungere una profondità fino a 15 cm, con una sezione circolare del diametro di 15-20 mm e sono foderate internamente con seta bianca.
I cunicoli si presentano lievemente inclinati nel primo tratto, per poi curvare bruscamente verso il basso e presentare ostacoli sotterranei come pietre. L’ingresso è chiuso da un opercolo fatto di terra e tela, morbido e sottile, molto mimetico e simile ad una piccola radice nodosa affiorante.
A volte il Ragno Nuragico scava i suoi cunicoli sotto grosse pietre e in tal caso l’opercolo viene posizionato al confine tra il bordo della pietra e il terreno. Per la costruzione della tana predilige zone ombrose e umide, solitamente sotto cespugli, siepi e alberi, o comunque anche in terreni aperti dove però sono collocate nei pressi di grosse pietre, ceppi, vasi dei fiori.
Il Ragno Nuragico è sostanzialmente un animale notturno, la notte infatti è il momento in cui caccia appostandosi sotto alla botola e attendono il passaggio delle prede. Si ciba prevalentemente di piccoli invertebrati tra i quali crostacei isopodi.
Quando la preda giunge vicino all’ingresso della tana, viene catturata con un balzo fulmineo e trascinata all’interno del cunicolo.
I maschi adulti si avvistano solitamente nei mesi di luglio, agosto e settembre, quando vagano alla ricerca delle compagne e possono essere rinvenuti su strade, nei giardini, sotto le pietre e anche all’interno di case rurali. Durante il giorno normalmente cercano un riparo all’umido, costruendo una piccola tela cerulea, per poi spostarsi nelle ore notturne.
L’accoppiamento non è ancora mai stato osservato, ma probabilmente prevede un rituale preliminare da parte del maschio per farsi riconoscere dalla femmina.
Anche la durata della gestazione non è ancora nota, ma alcune femmine con piccoli sono state osservate in agosto. La sacca delle uova viene appesa all’interno del cunicolo della madre e dopo la schiusa i piccoli vi rimangono per un certo periodo di tempo. La modalità di “abbandono del nido” non è nota ma vista la grande densità di tane in certe aree si ritiene non avvenga per via aerea.
Il Ragno Nuragico, è stato rinvenuto dal livello del mare fino a circa 1086 m s.l.m. sia su terreno calcareo che granitico, ed osservato in diverse varietà di ambienti. In particolare, le tane sono state reperite su pareti di terra a bordo mare quasi tra gli scogli, pinete costiere, strisce tagliafuoco con vegetazione degradata e palme nane, aree rocciose, macchia mediterranea a lentischi, gariga, oliveti e giardini/orti di case rurali.
Allo stato attuale delle conoscenze la specie è endemica della Sardegna ed è l’unica del genere Amblyocarenum presente nell’isola, dove risulta abbastanza diffusa e localmente abbondante; non è da escludere però che ricerche future permettano di rinvenirla anche altrove, in particolare in Corsica o in Africa settentrionale.