Il Censimento della popolazione in Sardegna
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La popolazione legale in Sardegna, in calo del 3,2% rispetto al 2011

Censimento della popolazione in Sardegna, tutti i dati

Sulla base dei risultati del Censimento permanente della popolazione è stata determinata la popolazione legale riferita al 31 dicembre 2021.

In Sardegna ammonta a 1.587.413 residenti ed è diminuita del 3,2% rispetto al 2011; ad eccezione della Città metropolitana di Cagliari, dove si registra un lieve incremento (+0,2%), tutte le altre province hanno subito significative diminuzioni. Oristano è la provincia più colpita con il 7% di decremento.

Sintesi dei risultati più importanti

– Il decremento rispetto al 2020 si deve alla dinamica naturale e migratoria entrambe negative, non adeguatamente compensate da un saldo migratorio estero e una correzione censuaria comunque positive.
– Il tasso di mortalità è rimasto invariato all’11,7 per mille per entrambi gli anni presi in considerazione, con il picco del 13,8 per mille nella provincia di Oristano.
– Gli stranieri censiti sono 48.400 (-922 rispetto al 2020), ed hanno un’incidenza del 3% sulla popolazione residente totale. Provengono da 151 Paesi, prevalentemente da Romania (23,2%), Senegal (9,0%) e Marocco (8,5%).
– Le donne sono il 50,9% della popolazione residente, superando gli uomini di 30mila unità prevalentemente a causa della maggiore longevità femminile.
– L’età media è aumentata di poco rispetto al 2020, da 47,8 a 48,1 anni. Sassari e Cagliari sono le province più giovani (rispettivamente 47,4 e 47,6 anni), mentre il Sud Sardegna è la più anziana (oltre i 49 anni).
– Gli analfabeti e alfabeti senza titolo di studio rappresentano il 4,7% dei residenti, il 35,5% dei residenti ha conferito il diploma di licenza media, il 31,0% ha il diploma di scuola secondaria o di qualifica professionale, il 13,4% possiede un titolo accademico.
– Diminuiscono gli occupati rispetto al 2011 (3.774 persone in meno, -0,6%), nonostante l’aumento della componente femminile (+4,6%); calano anche le persone in cerca di occupazione (-22,7%) di circa 15 mila unità, sia tra gli uomini, sia tra le donne.

Distribuzione della popolazione residente

Sulla base dei risultati del Censimento permanente della popolazione è stata determinata la popolazione legale riferita al 31 dicembre 20211 .

In Sardegna ammonta a 1.587.413 residenti ed è diminuita del 3,2% rispetto al 2011, ad eccezione della Città metropolitana di Cagliari, dove si registra un lieve incremento (+0,2%), tutte le altre province hanno subito significative diminuzioni. Oristano è la provincia più colpita con il 7% di decremento.

La popolazione legale trova riferimento in una serie di norme, con risvolti sul piano economico e amministrativo nonché elettorale dei comuni. Le variazioni amministrative intervenute nel corso del decennio non hanno avuto impatto sul numero dei comuni (377).

Considerando le principali classi di ampiezza demografica, sono 22 i comuni che hanno fatto registrare un cambio di classe demografica transitando in quella di ampiezza inferiore e 3 quelli passati alla classe superiore.

Sestu, è l’unico in regione che supera la soglia dei 20mila abitanti nella popolazione legale. Rispetto al 2020 i dati censuari evidenziano un decremento di 2.631 persone nella regione.

A livello provinciale Nuoro perde 1.141 residenti e registra anche il maggiore decremento relativo (-0,6%), mentre a Cagliari e Sassari la popolazione rimane stabile.

Tra il 2020 e il 2021 quasi un comune su tre non ha subito perdite di popolazione.

I comuni in cui la popolazione diminuisce sono 255 e, in valore assoluto, le perdite più consistenti si registrano nelle città di Cagliari (-480), Nuoro (-477) e Sassari (-347), mentre Olbia mostra l’incremento maggiore (+763).

Le perdite più consistenti in termini relativi si osservano a Lodè (-6,7%), Tresnuraghes (-5,8) e Pompu (-5,7%); la provincia di Sassari subisce un decremento della popolazione in circa il 71% dei comuni.

Sotto il profilo della dimensione demografica, la metà dei comuni con popolazione tra 5.001 e 10.000 abitanti non ha perso residenti. La popolazione risulta invece in calo in entrambi i comuni con più di 100.000 residenti e nell’85% di quelli fino a 1.000 abitanti.

Dinamica demografica e struttura della popolazione per genere ed età

La popolazione residente in Sardegna, nonostante un saldo censuario positivo (8.177 unità), subisce una diminuzione dovuta soprattutto al saldo naturale (-10.361 unità) e, in minima parte, al saldo migratorio (-447 unità), anche se nel 2021 si assiste ad un recupero dei movimenti demografici internazionali (+1.746 saldo migratorio con l’estero).

Il tasso di mortalità rispetto al 2020 è rimasto invariato a livello regionale, con un valore medio di 11,7 per mille. Nella provincia di Oristano si raggiunge il valore più alto (13,8 per mille) mentre in quella di Cagliari si osserva il valore il più basso (9,7 per mille), in diminuzione rispetto all’anno precedente. Tra il 2020 e il 2021 anche il tasso di natalità è rimasto invariato (5,2 per mille). Il tasso resta stabile nelle province di Cagliari e Sassari, diminuisce nel Sud Sardegna e aumenta ad Oristano e Nuoro (Prospetto 3).

I movimenti tra i comuni risultano ridotti anche nel secondo anno pandemico: il tasso migratorio interno rimane negativo e passa dal -0,4 per mille del 2020 al -0,2 per mille del 2021, oscillando tra -3,4 per mille in provincia di Nuoro e +1,0 per mille in provincia di Cagliari. I movimenti migratori internazionali sono in recupero: il tasso migratorio estero, positivo in tutte le province, aumenta rispetto al 2020 (dallo 0,1 all’1,1 per mille).

L’incremento maggiore si osserva nelle province di Cagliari e Sassari.

La componente femminile nel 2021 rappresenta il 50,9% del totale, superando di circa 30mila unità quella maschile.

La prevalenza del genere femminile si evidenzia particolarmente nelle fasce di età più avanzate per la maggior longevità femminile.

La popolazione residente in Sardegna anche nel 2021 presenta una struttura per età sensibilmente più anziana rispetto al totale del Paese, come emerge dal profilo delle piramidi delle età sovrapposte

Nel 2021 l’età media regionale è 48,1 anni, in aumento rispetto al 2020 (47,8 anni) e maggiore del valore medio nazionale di 46,2 anni.

L’indice di vecchiaia risulta molto più elevato del dato nazionale, passando da 231,5 nel 2020 a 241,8 nel 2021. Aumentano anche l’indice di dipendenza degli anziani (da 39,6 del 2020 a 40,5 del 2021) e l’indice di dipendenza strutturale della popolazione attiva che passa da 161,1 a 163,4 nel 2021. Gli indicatori di struttura della popolazione del Prospetto 5 evidenziano le differenze tra le province in riferimento al processo d’invecchiamento: le province di Cagliari e Sassari risultano quelle con la struttura demografica più giovane, all’opposto si collocano le province di Oristano e Sud Sardegna in cui tale processo risulta più evidente.

Popolazione straniera residente

La popolazione straniera in Sardegna al 2021 ammonta a 48.400 unità, appena l’1% della popolazione straniera residente in Italia. Oltre il 70% dei cittadini stranieri risiede nelle due province di Sassari (42,1%) e Cagliari (31,2%). La percentuale sulla popolazione residente totale è minore rispetto al dato nazionale (3% contro 8,5%), l’incidenza provinciale più alta si osserva a Sassari (4,3%) e all’opposto quella più bassa nel Sud Sardegna (1,6%)

La più giovane distribuzione per età della popolazione straniera rispetto a quella italiana si evidenzia nei bassi valori degli indici di dipendenza strutturale (24,3 contro 58,6 degli italiani) e di vecchiaia (53,9 contro 248,9 degli italiani). Le variazioni interprovinciali di questi indicatori, così come l’incidenza della popolazione femminile sul totale, dipendono dalla diversa caratterizzazione del fenomeno migratorio, dal carattere individuale o familiare, dalla durata del percorso migratorio, dalle cittadinanze prevalenti, più o meno inclini all’acquisizione di cittadinanza italiana.

In Sardegna quasi la metà (47,2%) dei cittadini stranieri proviene dall’Europa, il 27,0% dall’Africa, il 20,0% dall’Asia e il 5,7% dall’America. Sono residuali le presenze dall’Oceania e di apolidi. I cittadini stranieri provengono da 151 Paesi del mondo, particolarmente da Romania (23,2%), Senegal (9%) e Marocco (8,5%); i cittadini senegalesi presentano una particolare concentrazione rispetto al livello nazionale.

La condizione professionale

Al 31 dicembre 2021, le forze di lavoro sono circa 700mila, 34mila in meno rispetto al 2011 (-4,8%).

La diminuzione delle persone attive sul mercato del lavoro è dovuta soprattutto al calo delle persone in cerca di occupazione (30.482 unità in meno, -22,7%), in particolare fra le donne (-23,5%).

In diminuzione, seppur di lieve entità, anche gli occupati (-0,6%), calo dovuto alla sola componente maschile (circa 15 mila unità in meno, -4,3%).

Tra le non forze di lavoro, la quota maggioritaria riguarda circa 324mila percettori di pensioni da lavoro o di rendite da capitali (-1,4% rispetto al 2011), mentre risultano 174mila le persone dedite alla cura della casa (-5,3%) e circa 107mila gli studenti e le studentesse (-0,9%).

Gli indicatori relativi al mercato del lavoro per la Sardegna presentano valori un po’ più bassi rispetto a quelli nazionali.

Nel 2021 il tasso di occupazione è del 41,0%, quasi cinque punti percentuali sotto il valore medio italiano, come più bassa risulta la percentuale di occupate donne (34,3% contro 37,9% dell’Italia) e degli occupati stranieri (44,8% contro 53,5% dell’Italia).

I tassi di disoccupazione suddivisi per genere sono più bassi delle medie nazionali, sia per la popolazione totale, sia per la sola componente straniera. Nonostante l’aumento dell’occupazione femminile, in Sardegna permane uno squilibrio di genere, seppure con valori più contenuti rispetto alla media nazionale.

Nel 2021, il gap di genere del tasso di attività è di quasi 15 punti (uomini 55,9%, donne 41,0%), la distanza tra il tasso di occupazione delle donne (34,3%) e quello degli uomini (47,9%) di circa 14 punti, il tasso di disoccupazione delle donne (16,3%) è di due punti più alto del valore di quello degli uomini (14,3%).

Lo stesso divario di genere si conferma considerando i tassi della sola componente straniera: più di 13 punti nel tasso di occupazione e di 3 punti nel tasso di disoccupazione.

Fra le province, i valori più alti del tasso di occupazione si osservano a Cagliari (43,8%) e Sassari (41,7%), quelli più bassi nel Sud Sardegna (37,9%) e Oristano (39,2%), mentre gli squilibri di genere più ampi (15 e 14 punti) si riscontrano nel Sud Sardegna e Oristano, i più bassi (circa 13 punti) nelle restanti province.

Le incidenze maggiori del tasso di disoccupazione nel 2021 si osservano nelle province del Sud Sardegna e di Sassari (rispettivamente 15,8% e 15,6%), mentre, all’opposto, Nuoro e Oristano presentano entrambe il valore più basso (14,5%).

Il divario di genere è più marcato (3 punti) nel Sud Sardegna, minore (poco più di 1 punto) nel cagliaritano

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