Eleonora D'Arborea la leggendaria regina guerriera
Eleonora D’Arborea è uno tra i personaggi storici più famosi della Sardegna, nota anche come la regina guerriera o la giudicessa Eleonora D’Arborea, una donna che ha vissuto la sua vita pienamente, compiendo imprese che hanno segnato la storia medievale della Sardegna, tra le quali, l’aggiornamento della Carta De Logu, uno statuto rivoluzionario, una raccolta di leggi in lingua sarda destinata ai Giudicati della Sardegna.
Eleonora si occupò principalmente di aggiornare la Carta De Logu, aprendo verso una visione più moderna, seguendo il sogno di suo padre Mariano IV che auspicava di regnare in modo saggio e non oppressivo. La Carta De Logu, fu emanata da Eleonora tra il 1389 e il 1392, e fu la base di alcuni concetti giuridici molto importanti, che stabilivano l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge.
ELEONORA D’ARBOREA E LA VENA FEMMINISTA
Eleonora integrò inoltre, anche alcune leggi a tutela delle donne, dando inizio a una legislatura più attenta al mondo femminista. Una di queste leggi, prevedeva sanzioni e punizioni per gli uomini che commettevano il reato di stupro.
La normativa sullo stupro prevedeva che chi avesse commesso il reato, fosse punito in linea generale con onerose sanzioni e, in caso di mancato pagamento, con l’amputazione di un piede.
Se a subire l’atto di violenza era una donna sposata, si provvedeva a sanare la situazione con una multa, mentre se a subire la violenza era una donna nubile o addirittura vergine, si poteva rimediare al danno anche con un matrimonio riparatore, ma solo in caso di consenso della donna lesa.
Della vita che conducesse Eleonora D’arborea prima del matrimonio e della sua ascesa, ci sono davvero poche informazioni, la cosa certa è che tutto ciò che ha compiuto ha contribuito a farla diventare una figura leggendaria, stimata da tutto il popolo e considerata una vera e propria eroina rivoluzionaria.
LA LEGGENDA DELL’AQUILA E IL LEGAME CON I RAPACI
Si narra che nel momento in cui Eleonora D’Arborea stava venendo alla luce, proprio poco prima che nascesse fu avvistata un’aquila che volteggiava sopra il castello. Questo fatto fu considerato di buon auspicio e col senno di poi, considerando i grandi traguardi raggiunti dalla “regina guerriera” durante la sua vita, si può dire che quell’aquila fosse un segno, un presagio di quello che sarebbe stato il suo futuro.
Eleonora in seguito, durante tutta la sua infanzia e adolescenza, sviluppò un forte legame con i rapaci, infatti possedeva diversi esemplari di falchi, che addestrava e con cui trascorreva le sue giornate.
Una volta diventata adulta, in virtù della sua empatia e del rispetto che nutriva verso queste creature, Eleonora istituì delle leggi affinché venissero tutelati. Era fatto divieto a chiunque, di prendere gli astori e i falchi dal nido, la pena prevista era una multa.
Per questo ricevette un riconoscimento da Alberto la Marmora, che decise di dare il suo nome al più bel volatile del Mediterraneo: il Falco Eleonorae.
Questi sono solo alcuni estratti della vita di questa importantissima figura storica dello scenario sardo medievale, piccole curiosità che aprono le porte alla storia di una tra le donne più famose e rispettate della Sardegna. Le vicende legate a Eleonora D’arborea sono infatti molteplici, alcune anche molto controverse, ma di queste ne parleremo nei prossimi articoli dedicati a Eleonora D’Arborea, la regina guerriera della Sardegna.
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