Foto – Monte Cujaru | Bonorva
La presenza di questi vulcani spenti contribuisce a un paesaggio unico
I vulcani in Sardegna, la mappa dei 32 “giganti silenti”
La Sardegna, nota per le sue splendide coste e la ricca eredità culturale, nasconde nel suo territorio segreti di un passato geologico tumultuoso.
Pur non essendo attualmente sede di vulcani attivi, l’isola ha un complesso e affascinante patrimonio vulcanico che risale a milioni di anni fa.
Una terra di antichi vulcani
I vulcani della Sardegna non sono attivi da milioni di anni, ma la loro presenza ha lasciato tracce indelebili nel paesaggio e nella geologia dell’isola.
Le attività vulcaniche che hanno interessato la Sardegna si sono verificate principalmente in due periodi: il Permiano, circa 280-250 milioni di anni fa, e il Miocene, circa 20-15 milioni di anni fa.
Durante il Permiano, la Sardegna era caratterizzata da un’intensa attività vulcanica legata alla collisione tra le placche continentali, che ha portato alla formazione di catene montuose e vasti depositi di lava.
Successivamente, nel Miocene, l’attività vulcanica ha dato origine a vulcani di tipo esplosivo, con emissioni di cenere e lapilli, che hanno modellato ulteriormente il territorio.
Le tracce del passato vulcanico
Oggi, i segni dell’antica attività vulcanica sono visibili in diverse aree dell’isola.
Nella regione del Sulcis-Iglesiente, ad esempio, si trovano le rocce vulcaniche più antiche, risalenti al Permiano. Queste rocce, prevalentemente andesiti e basalti, formano spettacolari paesaggi rocciosi e suggestivi canyon.
Un altro sito di grande interesse è l’area del Monte Arci, situato nella Sardegna centrale.
Questo massiccio vulcanico, attivo durante il Miocene, è famoso per le sue colate laviche e per la presenza di ossidiana, una vetro vulcanico utilizzato sin dall’età della pietra per la fabbricazione di utensili e armi.
Il fascino del Monte Ferru
Il Monte Ferru, situato nella provincia di Oristano, rappresenta uno degli esempi più affascinanti di vulcanismo sardo. Questo antico vulcano, oggi inattivo, ha un’elevazione di circa 1.050 metri e offre panorami mozzafiato.
La sua struttura è composta principalmente da lave basaltiche e trachitiche, che testimoniano una storia di eruzioni effusive.
Il Monte Ferru non è solo un punto di interesse geologico, ma anche una meta ideale per gli amanti della natura e delle escursioni.
I sentieri che si snodano attraverso i suoi versanti offrono la possibilità di esplorare un paesaggio unico, caratterizzato da formazioni rocciose imponenti e una vegetazione rigogliosa.
Un’importante fonte di informazioni sui vulcani della Sardegna è l’Atlante dei Vulcani, realizzato nell’ambito del Piano paesaggistico regionale, che documenta questi antichi giganti con schede dettagliate, incluse informazioni geografiche, dati geologici e viste tridimensionali dei vulcani.
La mappa dei vulcani in Sardegna
L’impatto sul territorio e sulla cultura
L’antica attività vulcanica ha avuto un impatto significativo non solo sul paesaggio, ma anche sulla cultura e sull’economia della Sardegna.
Le rocce vulcaniche, ricche di minerali, hanno favorito lo sviluppo di attività estrattive e metallurgiche sin dall’antichità. Inoltre, la presenza di sorgenti termali, come quelle di Fordongianus, è un’eredità diretta del passato vulcanico dell’isola.
I vulcani della Sardegna, pur essendo inattivi, rappresentano una testimonianza affascinante di una storia geologica antica e complessa.
Le loro tracce, visibili nel paesaggio e nei depositi minerari, continuano a influenzare la vita e la cultura dell’isola.
Esplorare questi siti vulcanici offre non solo un viaggio nel tempo, ma anche l’opportunità di apprezzare la bellezza naturale e la ricchezza storica della Sardegna.
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