nuoro ortobene
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''È il nostro cuore, è l’anima nostra, il nostro carattere, tutto ciò che vi è di grande e di piccolo, di dolce e duro e aspro e doloroso in noi”

Su Ortobene le magiche parole di Grazia Deledda riassumono il valore che ha il monte al centro della Sardegna

Il massiccio dell’Ortobene, che si erge a sfiorare i mille metri, è uno dei simboli naturali più suggestivi della Sardegna, un luogo in cui la natura scolpisce strane forme nelle rocce, creando figure che richiamano animali o volti umani. La sua imponenza abbraccia 1600 ettari, una superficie che da millenni è custode di storie antiche e tesori paesaggistici.

Questo territorio, abitato sin dall’epoca preistorica, offre scenari diversi e incantevoli: le alte rocce granitiche si ergono in tutta la loro maestosità, intervallate da dolci avvallamenti e da zone pianeggianti. L’Ortobene è incorniciato a nord e sud da fiumi, tra cui il Cedrino, e a est e ovest da valli che custodiscono testimonianze di epoca prenuragica, come le domus de Janas di Maria Frunza, sas Vrighines e Janna Ventosa. Le tracce della storia non si fermano qui: risalenti a tempi più recenti, vi sono i ruderi delle chiese di Sa Itria e Santu Jacu, simboli della devozione popolare.

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La vetta più alta, “Cuccuru Nigheddu”, raggiunge i 955 metri e offre una vista mozzafiato, da cui si domina tutto il territorio circostante: dal monte Albo fino all’altopiano di Orune. Questo punto panoramico è un invito irresistibile per gli amanti del trekking e per chi cerca una prospettiva unica sulla Sardegna interna.

Esplorare l’Ortobene è come entrare in un mondo di meraviglie: lungo i suoi sentieri, visitabili a piedi, in bici o addirittura con i pattini, si possono scoprire angoli di rara bellezza. Tra questi, la località di Sedda Ortai, immersa tra pini e conifere, offre refrigerio nelle calde giornate estive. Qui si trova anche “sa Conca”, un caratteristico ovile scavato in un’enorme pietra dalla curiosa forma di fungo, che aggiunge un tocco di unicità all’esperienza.

Il monte è un paradiso per chi ama le passeggiate nella natura: sentieri segnati guidano i visitatori attraverso boschi di querce leccio, roverelle, sughere e macchia mediterranea, in un alternarsi di cisti, corbezzoli, lavanda, lentischi e ginestre che colorano e profumano il percorso. In primavera, i prati esplodono di fioriture di orchidee, mentre il sottobosco, arricchito da sorgenti, si riempie di ciclamini, felci e diverse specie di funghi, creando un ambiente naturale di straordinaria varietà.

La fauna è altrettanto affascinante: il monte ospita numerose specie di mammiferi, come il cinghiale, la donnola, la lepre, la martora e la volpe. Gli appassionati di birdwatching possono osservare rapaci come l’aquila reale, l’astore, il falco pellegrino, la poiana e lo sparviere, oltre a varie specie di uccelli, tra cui pernici, tortore e passeri. In passato, anche cervi, mufloni e avvoltoi popolavano queste montagne, lasciando una traccia indelebile nella memoria storica della regione.

Il parco di Solotti, vicino alla Casa Diocesana, rappresenta un punto di interesse importante per la comunità, in quanto luogo di ritiri spirituali e di raccoglimento. Tuttavia, il luogo simbolo dell’Ortobene è senza dubbio il parco del Redentore, situato sulla vetta, dove domina la statua del Redentore scolpita da Vincenzo Jerace nel 1901. Questo sito è meta di pellegrinaggio annuale durante la Sagra del Redentore, celebrata a fine agosto con una suggestiva processione, in cui si alternano sfilate di costumi tradizionali, canti e balli che coinvolgono gruppi folcloristici da tutta l’isola.

Da questa altezza, lo sguardo abbraccia le vallate sottostanti e i monti di Oliena, e, nelle giornate più limpide, è persino possibile scorgere in lontananza il riflesso del mare della Baronìa. Per i nuoresi, il monte rappresenta un luogo dell’anima, come testimoniato anche da Grazia Deledda, che vi trovava ispirazione per le sue opere. Un sito simbolo è la chiesetta della Solitudine, costruita a metà del Novecento sul sito di un’antica chiesa seicentesca e dove riposarono per decenni le ceneri della scrittrice.

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Come arrivare a Nuoro al Monte Ortobene

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