Porto Corallo è uno dei gioielli del Sarrabus, coniuga la bellezza del mare alla storia
Il nome richiama colonie di coralli, la cui raccolta avveniva qui fin dall’Antichità
Il nome richiama colonie di coralli, la cui raccolta avveniva qui fin dall’antichità.
La spiaggia di Porto Corallo è una distesa di sabbia grigia a grani medi, piccoli ciottoli e conchiglie, contornata da verde mediterraneo che arriva fino all’arenile. Dall’acqua affiorano tratti di scogliera. Il mare è limpido e le sfumature prevalenti verdi, il fondale di ciottoli levigati e sabbia diviene profondo rapidamente.
A dominare il litorale troneggia una torre spagnola, che venne costruita dalla Reale Amministrazione delle Torri nell’ultimo decennio del XVI secolo.
La forma è cilindrica, con un leggero svasamento; l’altezza, dal livello di terra fino alla sommità dello spalamento della terrazza, è di 14 m. L’ingresso al primo piano è aperto a 6,5 m da terra; la camera interna, circolare, presenta un diametro di 6 m, una volta cupolata e tre troniere. Questo ambiente, detto anche casamatta, cioè la camera interna a prova di bomba, alla destra dell’ingresso, presenta una scala che porta al piano superiore e interna alla muratura. Sempre nel primo piano si possono notare un caminetto e la botola per discendere nella cisterna sottostante.
Nel piano superiore, originariamente aperto, detto anche piazza d’armi, era costruita la mezzaluna, una struttura leggera, dalla forma semicircolare, realizzata in canne e coppi, che si appoggiava nel parapetto fronte terra; il suo scopo era quello di proteggere le munizioni e gli uomini della torre per la notte; nel lato mare, invece, la muratura era merlata per l’alloggiamento dei cannoni.
La torre, in una relazione del 1720, appare in buono stato; cinquant’anni dopo, il manufatto necessitava di restauro e così, fra il 1777 e il 1778, fu demolita e ricostruita la struttura superiore fino al livello del boccaporto; altri interventi furono realizzati nel 1791 e nel 1798.
La torre, nella relazione del 1767 del piemontese Ripol, è indicata come torre di guardia con una piccola guarnigione composta da un alcaide, due soldati e un armamento costituito da due sole spingarde.
Nel secolo XIX il piano superiore venne chiuso, fu innalzato tutto il parapetto e tutte le merlature vennero trasformate in finestre; nello stesso periodo venne addossata alla torre una scala in pietra.
La torre di Porto Corallo, come scrive Della Marmora, subì l’attacco nel 1812 di una flotta di barbareschi della Tunisia, respinto grazie all’intervento di genti di Villaputzu e Muravera.
Attorno agli anni trenta dell’Ottocento la torre venne riparata su progetto dell’architetto Melis; quindi, dopo il 1842, data della soppressione della Reale Amministrazione delle Torri, adibita ad altri scopi. È stata restaurata nel 1984.
Nelle vicinanze troverai tutti i servizi: strutture ricettive, compresi residence e campeggi, bar e ristoranti, nonché un moderno porto turistico. Insieme formano una borgata marinara, frazione di Villaputzu, da cui dista circa sei chilometri seguendo la ‘vecchia’ statale 125.
La spiaggia si apre subito sulla destra del porto, mentre ancora più vicina al villaggio turistico si distende un’altra incantevole spiaggia, Porto Tramatzu (omonima di quella di Teulada), una mezzaluna di sabbia finissima dai riflessi dorati delimitata da piccole scogliere che si specchiano su acque che vanno dal turchese al verde smeraldo.
Il fondale basso e sabbioso è ideale per famiglie con bambini e per appassionati di immersioni e pesca. Accanto alle due spiagge maggiori, c’è Porto Corallino, piccola baia in direzione del porto turistico fatta di sabbia fine e sassolini. Non lontano da Porto Corallo vedrai i ruderi del cinquecentesco castello di Gibas, anch’esso costruito dagli spagnoli con funzione difensiva.
Villaputzu, centro del Sarrabus di origini fenicio-puniche, famoso per produzione e melodie delle launeddas – arcaico strumento a fiato – ha un lunghissimo litorale caratterizzato dal susseguirsi di tratti bassi e sabbiosi e promontori rocciosi, che nascondono affascinanti insenature. A ridosso si aprono piane alluvionali con stagni, scenario incontaminato che abbina sole e mare con birdwatching, biking e trekking in fitti boschi, tra ruderi di archeologia industriale, come la miniera di Baccu Locci, e grotte con cunicoli, stalattiti e stalagmiti.
La spiaggia di Prumari (o prima spiaggia), la più lunga e più vicina all’abitato, dedicata anche agli animali, collega la marina di Porto Corallo a quella di Muravera. Nel mezzo della distesa sabbiosa c’è la foce del Flumendosa.
Un altro capolavoro della natura, considerata una delle perle del sud-est, è la spiaggia di Murtas, detta anche cala s’Acqua Durci. Parte dei sei chilometri di arenile ricadono in zona militare. Alle spalle ammirerai varie paludi, alimentate da torrenti e frequentati da pollo sultano, germano reale e fenicottero rosa, un paesaggio dichiarato sito di interesse comunitario. Davanti alla spiaggia noterai l’isolotto di Quirra.
Nei dintorni, oltre a domus de Janas, nuraghi di vario tipo, tombe di Giganti, pozzi sacri e torri d’avvistamento, vedrai i resti del castello di Quirra (XII secolo), luogo di racconti storici di assedi e di leggende sulla famiglia dei Carroz.
Il monte ha sette cavità, dove sono stati rinvenuti reperti che vanno dal Paleolitico a insediamenti romani e medievali. Vicino sorge la chiesa campestre di san Nicola, rarissimo caso sardo di edificio romanico in mattoni rossi.
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