Grotta San Giovanni è stata l'unica in Italia ad essere attraversata da una strada carrozzabile
Quella di Domusnovas è la grotta più lunga tra le sette grotte naturali al mondo
Un altro primato tutto sardo, le bellezze naturali dell’isola detengono record che riempiono d’orgoglio i suoi abitanti.
La grotta San Giovanni è ubicata nel territorio di Domusnovas, a pochi km da Iglesias in provincia del Sud Sardegna, la grotta è stata riconosciuta monumento naturale, dall’Assessorato alla difesa dell’ambiente della Regione autonoma della Sardegna, e come tale sottoposta a vincolo.
Ora chiusa al traffico, è stata l’unica in Italia ad essere attraversata da una strada carrozzabile.
Detiene un altro primato, la grotta di San Giovanni è la prima al mondo al cui ingresso è possibile noleggiare una bici o monopattini elettrici grazie ai quali si potrà visitare la grotta.
La sua cavità è lunga 850 metri, è la più lunga tra le sette grotte naturali carrozzabili al mondo.
Le altre grotte sono la grotte del Mas d’Azil in Francia lunga circa la metà di quella sarda, 420metri, al terzo posto troviamo Fengyang Pass in Cina (370m), a seguire la Cuevona in Spagna (300m), Natural Tunnel in America, Tennessee (260m), la Jenolan cave in Australia (150m) e Ohashi Bridge in Giappone con soli 90m.
A giugno 2020 diventa la prima grotta al mondo interamente allacciata ad una connessione internet e coperta dal segnale Wi-Fi per tutti i suoi 850 metri di lunghezza.
Grazie alle guide esperte è possibile visitare la grotta in tutto il suo splendore e conoscerne la storia, le curiosità e le caratteristiche particolari che la rendono unica.
Le sue caratteristiche uniche e le sue dimensioni la rendono visitabile anche da parte dei disabili, grazie anche ai servizi offerti dall’attuale gestione, la quale mette inoltre a disposizione una pratica audioguida interattiva multilingua.
È meta di arrampicatori sportivi da tutta Europa per via delle spettacolari pareti rocciose site nel territorio comunale, il Monte acqua ospita 859 vie di arrampicata sportiva.
Numerosi reperti sono stati recuperati al suo interno, si tratta principalmente di cocci di vasellame, questo dimostra che la cavità veniva utilizzata come rifugio.
A testimonianza di ciò sono anche i resti delle possenti mura preistoriche, che avevano lo scopo di chiudere fortificando gli ingressi nord e sud.
Tali mura rimasero in piedi sino al XIX secolo, quando il conte Beltrami, si fece promotore della realizzazione di una strada carreggiabile, con lo scopo di facilitare il trasporto di materiale dalla vicina miniera di Sa Duchessa.
Per la costruzione della strada si demolì anche la cappella di S.Giovanni, che si trovava all’interno della grotta in prossimità dell’ingresso nord, e che fu ricostruita nella valle accanto all’ingresso sud.
La strada carrabile rendeva il fenomeno carsico interamente percorribile in auto, ma fu chiusa al traffico per preservarne le condizioni ambientali.
La strada e l’impianto di illuminazione rinnovato, rendono la grotta interamente percorribile a piedi.
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