Un tempo si usava “Sa cannuga”, gli anziani ancora la utilizzano e insegnano la costruzione
Fino a vent’anni fa difficile trovare un cortile in cui non ci fosse “Sa Cannuga“, la leggendaria canna per prendere i fichi d’india.
Il frutto, che la terra offre generosamente a chiunque lo voglia cogliere, cresce in modo spontaneo e quindi praticamente gratis, veniva raccolto in abbondanza a partire da dopo Ferragosto.
“Sa figu morisca”, i fichi d’india, ottimi consumati freschi, oppure conservati per preparare dolci o conserve.
Per raccoglierli veniva utilizzata questo particolare strumento artigianale, una canna realizzata semplicemente con del filo di ferro e un sasso.
Si praticavano tre tagli verticali a un’estremità, profondi circa 27 cm si distanziavano i segmenti di canna inserendo il sasso e fermandolo con il filo di ferro.
Il risultato è una sorta di presa manuale per proteggersi dalle spine.
Tradizione, ancora in voga in molte zone della Sardegna, a partire da settembre è facile vedere ai bordi delle strade di campagna persone che raccolgono fichi d’india, se non siete esperti, occhio alle spine.
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