La Miniera di Argentiera e le anime intrappolate dei minatori
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La suggestione di un'atmosfera misteriosa e magnetica

La Miniera di Argentiera e i fantasmi dei minatori

La storia della miniera di Argentaria inizia nel 1838, quando lo scrittore francese Honoré de Balzac, sbarca in Sardegna, a Porto Torres, dopo aver venduto i gioielli di famiglia per pagarsi il viaggio.

L’obiettivo è quello di esplorare le miniere dell’Argentiera, nella vasta pianura della Nurra, a nord-ovest di Sassari, alla ricerca di tesori di piombo e d’argento, così da poter sistemare la sua situazione finanziaria, saldare i debiti e finalmente di arricchirsi e scrivere un romanzo ambientato nell’isola.

I piani del francese falliscono miseramente, viene raggirato dal suo socio in affari e sfumano tutti i sogni di ricchezza.

A metà Ottocento la miniera fu rilevata da una società belga, alla quale subentrò la Società di Corr’e boi, che la dismise nel 1963.

La fase più fortunata dell’Argentiera arriva fino agli anni quaranta, grazie anche alla notevole espansione immobiliare.

Come ogni miniera, il suo periodo di servizio è stato disseminato di incidenti, crolli e di conseguenza un numero elevato di minatori morti sul lavoro.

A partire dagli anni ’80, sono nate diverse leggende e storie tenebrose riguardo la miniera abbandonata di Argentiera:

Si racconta che nelle notti estive, si possano sentire chiaramente rumori di picconi e suoni metallici provenienti dalle profondità. Chi ha avuto il coraggio di inoltrarsi nelle gallerie racconta di aver visto strane manifestazioni di fumo o nebbia salire dalle cavità dei pozzi, altri che affermano di aver intravisto ombre umane o addirittura figure evanescenti. 

Molti sono convinti che le anime dei minatori che persero la vita all’interno della miniera o per colpa dei numerosi incidenti durante il lavoro, ancora adesso si aggirino in quelle grotte.

Preferiamo pensare che sia soltanto una suggestione, dovuta dall’atmosfera misteriosa e magnetica di un luogo fermo nel tempo, amplificato dal silenzio assordante di una stupenda località che oggi fa parte del Parco Geominerario, Storico e Ambientale della Sardegna, riconosciuto dall’UNESCO.

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