In Sardegna (le pale) iniziano a girarci sul serio
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Ma quale green, pura speculazione energetica

Le pale in Sardegna girano eccome

“Con l’energia eolica in Sardegna, possiamo salvare il pianeta e ridurre il costo dell’elettricità sulla bolletta”, che assurdità.

Vi ricordate la favoletta della raccolta differenziata? :

“Con l’avvio della raccolta differenziata, pagheremo meno tasse sui rifiuti”… e invece tac, oggi paghiamo di più.

Basta! Avete rotto le pale!!!

La nota attrice Caterina Murino si è unita alla protesta contro le pale eoliche in Sardegna, che prosegue davanti al piazzale del porto industriale di OristanoSanta Giusta, nonostante le forze dell’ordine abbiano sgomberato il presidio dei manifestanti, denunciando una decina di persone.

Murino ha partecipato a una manifestazione pacifica che si è opposta all’uscita dal perimetro del porto di un altro (ennesimo) convoglio, con grandi pezzi delle pale eoliche caricati su mezzi speciali e diretti a uno degli impianti nel centro della Sardegna.

L’attrice ha dialogato con le forze dell’ordine in tenuta antisommossa, spiegando le motivazioni della protesta e ribadendo l’assoluta volontà di evitare qualsiasi violenza.

“Noi chiediamo alla Regione Sardegna di bloccare questo scempio a nome della nostra terra,” ha dichiarato Caterina Murino. “Insieme rallentiamo questo convoglio affinché la gente che ha il potere si svegli e ci aiuti. Questo chiede la Sardegna.”

Queste pale porteranno benefici? No.

Queste pale eoliche faranno guadagnare centinaia di milioni di euro (a pochi), un’attività senza scrupoli in nome dell’ambiente.

L’Associazione Nazionale Energia del Vento (ANEV) e altre aziende considerano la Sardegna un’ottima opportunità per investimenti nei parchi eolici grazie alle condizioni climatiche favorevoli e agli incentivi economici.

Tuttavia, organizzazioni ambientaliste come Greenpeace e Legambiente esprimono preoccupazioni sulla gestione caotica e invasiva dei progetti eolici, che potrebbero danneggiare l’ambiente.

L’Italia mira a una transizione energetica con l’energia eolica che svolge un ruolo chiave.

La Sardegna potrebbe diventare una fonte cruciale per l’energia del continente, soprattutto con il progetto del Tyrrhenian Link, un cavo sottomarino che collegherà l’isola alla terraferma.

Paradiso energetico e paradosso economico

La Sardegna, nota per le sue bellezze naturali e le spiagge incantevoli, è anche un importante produttore di energia elettrica. Attualmente, l’isola produce circa 12.335 GWh di energia all’anno, a fronte di un consumo netto di 8.426 GWh. Questo significa che la produzione energetica supera il fabbisogno locale del 40,8%, con una parte significativa dell’energia prodotta esportata verso altre regioni italiane e non solo .

Il paradosso delle bollette

Nonostante la Sardegna sia un grande produttore di energia, i suoi abitanti pagano le bollette elettriche più alte d’Italia.

Nel 2017, la bolletta media di una famiglia sarda era di 518€, contro una media nazionale di 432€. Questo paradosso evidenzia una discrepanza significativa: l’energia prodotta sull’isola non si traduce in benefici economici per i cittadini locali .

La speculazione energetica

Un fenomeno preoccupante è la speculazione legata alle concessioni per nuovi impianti di energia rinnovabile.

La Sardegna necessita di circa 2 GW di potenza installata per soddisfare il proprio fabbisogno, ma lo Stato Italiano ha imposto un obiettivo di 6,2 GW di potenza installata da fonti rinnovabili entro il 2030.

Attualmente, ci sono richieste per concessioni che ammontano a 58 GW, una cifra spropositata rispetto al fabbisogno reale dell’isola .

L’assalto dell’eolico

La Sardegna è al centro di una vera e propria corsa all’energia eolica, con oltre 800 progetti presentati per nuove concessioni. Molti di questi progetti riguardano parchi eolici offshore, con turbine alte più di 270 metri, che potrebbero alterare irreversibilmente l’ecosistema marino e il paesaggio .

Lo smaltimento

Le turbine eoliche, nonostante la loro lunga durata operativa, pongono sfide significative in termini di smaltimento. Le pale delle turbine, spesso non riciclabili, finiscono nelle discariche, rappresentando un problema ambientale a lungo termine.

Inoltre, le fondamenta in cemento armato delle turbine possono danneggiare il paesaggio circostante .

Parole, parole, parole, sono solo parole

“Spegnere i condizionatori per mettere fine alla guerra”, “lavoreremo un giorno di meno e guadagneremo di più”, si potrebbe continuare per ore a citare le frasi dei personaggioni, che non sono in grado di garantire un’assistenza sanitaria in tempi brevi, non sono in grado di realizzare infrastrutture solide e funzionali, non sono in grado di far rispettare l’ordine nelle strade, la verità è una sola, siete solo degli artisti dello spreco e artefici di disastri.

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