Campagne sarde sotto l'attacco delle cavallette per il 4° anno consecutivo
Già nel mese di Aprile era scattata l’emergenza cavallette nelle campagne dell’isola, particolarmente colpite le zone del nuorese e dell’oristanese.
Il professor Ignazio Floris, titolare della cattedra al Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari, aveva già annunciato i limiti di tempo per prepararsi e intervenire in modo tempestivo, “2 – 3 settimane al massimo” – aveva dichiarato, prima che le cavallette iniziassero a volare e a devastare i raccolti.
Nonostante il monitoraggio e gli interventi sperimentali su alcuni focolai focolai, le cose non sembrano andare come dovrebbero, le cavallette infatti, come previsto, stanno iniziando a radere al suolo le colture.
Coldiretti però non ci sta, e con un breve ma deciso comunicato stampa, sottolinea l’inefficacia degli interventi attuati, e di quelli non attuati, da parte delle istituzioni regionali, per contrastare questa piaga che affligge l’isola da ormai 4 anni.
“Siamo esterrefatti e senza parole. Dopo tre anni di denunce e proposte ci ritroviamo ancora a parlare di invasione di cavallette” dichiara Coldiretti Nuoro Ogliastra che già nel 2019, anno della comparsa di milioni di cavallette nella piana di Ottana, aveva sollevato il problema insieme alle aziende agricole, e avanzato le proprie proposte rimaste al momento inascoltate.
“Le aziende agricole sono ormai disilluse e da quest’anno qualcuna ha dovuto anche modificare il proprio piano colturale cercando di limitare i danni perché sapevano che non sarebbe cambiato nulla” – afferma il presidente di Coldiretti Nu-Og Leonardo Salis.
Un paradosso nel 2022, con tutto quello che sta succedendo in cui emerge la necessità di produrre qui in Sardegna, costringere le aziende agricole a non farlo a causa delle cavallette. È davvero difficile trovare le parole e ci ritroviamo disarmati davanti ai nostri soci. Tra l’altro ad oggi non hanno ancora ricevuto un euro di indennizzo per i danni subiti”.
Le cavallette, che arrivano al culmine di una pessima annata dove alla straordinarietà del Covid si è sommato il rincaro prezzi acuito dalla guerra in Ucraina e i campi radi a causa delle poche piogge, stanno iniziando a radere al suolo, per il quarto anno, le colture.
“Dal 2019 chiediamo una programmazione per contrastare le locuste – ricorda il direttore di Coldiretti Nu-Og Alessandro Serra – I metodi naturali sono quelli più efficaci come l’aratura dei campi e gli insetti antagonisti ed oggi ci può venire incontro anche l’agricoltura di precisione.
Le cavallette trovano terreno fertile nei terreni incolti ma arrecano danno soprattutto a chi la terra la lavora. Siamo partiti da un territorio circoscritto che con il passare degli anni però si sta allargando sempre di più aumentando oltre che le perdite nei campi per allevatori e agricoltori anche le difficoltà per contrastarle”.