Di Maio e "Impegno Civico" non superano lo zero per cento
Poteva diventare una storia di successo, da “bibitaro” a leader del primo partito d’Italia, vicepresidente della Camera dei deputati, Ministro del lavoro, Ministro dello sviluppo economico e infine Ministro degli esteri, poteva, ma si è fermato ieri. Di Maio, per i prossimi cinque anni non siederà in Parlamento.
La candidatura di “Impegno Civico”
C’era anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio tra i candidati del listino bloccato nel plurinominale per la Camera di “Impegno Civico”, la “quarta gamba” del tavolo della coalizione di centrosinistra.
L’ex esponente M5s, molto legato alla Sardegna – la sua compagna è la giornalista cagliaritana Virginia Saba – è capolista ma era anche candidato nella “sua” Campania (nei due collegi per la Camera a Napoli città e Fuorigrotta) e in Calabria.
Il responsabile della Farnesina poteva optare per l’elezione nella sua regione e lasciare il posto alla seconda candidata nel listino: Rosa Maria Argiolas. Purtroppo per lui, nulla è andato secondo i piani, il suo partito, “Impegno Civico”, non è riuscito a superare lo zero, che farà ora il “golden boy” della politica? Difficile pensare a un’uscita di scena totale.
Di Maio ha abituato i suoi elettori a incredibili giravolte, ma a questo giro non c’è stata partita. Ci sarà molto da lavorare per convincere gli elettori a votare il suo nuovo partito. Per iniziare, potrebbe puntare sulla coerenza, poi chissà, gli italiani hanno la memoria corta e la storia di successo potrebbe avere un seguito più roseo.
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