Vertigini e capogiri a Oristano l’esperienza Aou a confronto con quella degli specialisti sardi e della penisola
Vertigini e capogiri, due sintomi molto comuni, per alcuni un problema costante che può nascondere una patologia, per altri un fastidio sporadico.
Caratterizzati da disorientamento, barcollamento e poi ancora senso di instabilità, accompagnato da una sensazione spiacevole di rotazione del corpo o dello spazio che ci circonda.
Si presentano così le vertigini e i capogiri, due disturbi dell’equilibrio che possono causare la sensazione che l’ambiente intorno a noi ruoti vorticosamente, una precarietà dell’equilibrio mentre camminiamo o stiamo semplicemente in piedi.
Le vertigini, accompagnate quasi sempre da capogiri, rappresentano una delle principali cause di consultazione del medico di base, dello specialista otorinolaringoiatra o del neurologo.
Questi disturbi sono stati al centro del convegno su “Vestibologia pratica” che si è svolto nei giorni a Oristano e che, organizzato dall’Otorinolaringoiatria dell’Aou di Sassari diretta dal professor Francesco Bussu, ha messo in evidenza le ultime acquisizioni per un loro approccio e sul loro trattamento.
A discuterne al tavolo dei relatori sono stati specialisti provenienti dalla penisola, da ospedali di riferimenti come quelli di Pisa, Roma e Napoli, che confrontandosi con i loro colleghi sardi, hanno condiviso le loro esperienze.
“Le cause di questi disturbi – afferma Francesco Bussu, direttore dell’unità operativa di Otorinolaringoiatria dell’Aou di Sassari – possono essere distinte in periferiche, cioè che dipendono dall’orecchio, o centrali che dipendono dal sistema nervoso centrale.
“Riuscire a formulare una diagnosi di sede precisa – prosegue – soprattutto nelle forme acute, influenza in maniera determinante la prognosi. La conoscenza di segni e sintomi specifici e l’utilizzo corretto degli esami strumentali è di fondamentale importanza”.
Durante il convegno, che ha visto una grande partecipazione da parte degli specialisti otorino, i relatori si sono soffermati sulle valutazioni cliniche e strumentali quindi sulla patologia vestibolare.
Le vertigini di origine periferica possono essere causate da un problema al labirinto vestibolare e al nervo acustico.
Mentre le vertigini di origine centrale, invece, possono essere causate da patologie del sistema nervoso centrale.
E quelle di origine periferica sono le vertigini di competenza dell’otorino. Tra queste sono state ricordate la vertigine posizionale parossistica, la neurite vestibolare, la malattia di Menière, la vertigine fobica e quella associata a emicrania.
“È attraverso l’esame vestibolare che possiamo distinguere tra causa centrale e periferiche – aggiunge Bussu – ed è in questo ambito che si possono effettuare una serie di manovre che consentono allo specialista di individuare la sede della patologia e assegnare una terapia”.
L’esame vestibolare quindi rappresenta l’unico strumento utile per individuare la causa e la natura delle vertigini.
«Una corretta diagnosi – conclude Francesco Bussu – è presupposto fondamentale per un’adeguata gestione e per una terapia appropriata. Per molte delle condizioni patologiche a carico della porzione dell’orecchio interno, cioè il vestibolo che controlla l’equilibrio, esistono oggi delle terapie e delle manovre effettuabili contestualmente alla visita vestibolare».
Il convegno è stato presieduto, oltre che dal professor Bussu, anche dalla professoressa Anna Rita Fetoni, direttore dell’Audiologia dell’Università Federico II Napoli, mentre il responsabile scientifico è stato il dottor Andrea Melis dell’Aou Sassari.