Amministratore Geovillage accusato dalla Procura di Tempio
L’amministratore del Geovillage, l’imprenditore Gavino Docche, è stato arrestato dalla Guardia di Finanza, su delega della Procura di Tempio Pausania, per presunta bancarotta del mega resort sportivo di Olbia.
Secondo le accuse, Docche, a capo di quattro società, tutte fallite, che nel tempo si sono occupate della progettazione, realizzazione e gestione del Geovillage, avrebbe realizzato un debito complessivo di oltre 158 milioni di euro, di cui circa 43 milioni a danno dell’Erario e degli enti previdenziali.
Le Fiamme Gialle, guidate dal capitano Carlo Lazzari, stanno sentendo Docche in caserma, prima di trasferirlo in carcere.
Gavino Docche è stato trasferito nel carcere di Bancali, a Sassari. Secondo le indagini svolte dalla Fiamme Gialle di Olbia, sono quattro le società coinvolte nel maxifallimento, tutte guidate dallo stesso Docche e che si sono occupate in fasi diverse, dal 2001 al 2008, della progettazione, realizzazione e gestione del complesso immobiliare Geovillage.
Le quattro società finite sotto la lente di ingrandimento della Guardia di Finanza sono: la Geocostruzioni S.r.l., dichiarata fallita nel 2012; la Geogramma S.r.l., dichiarata fallita nel 2014; la Sviluppo Olbia S.p.A. (già Geocenter e poi Geovillage SpA), dichiarata fallita nel 2016; la Real Effegi S.r.l., dichiarata fallita nel 2021. I militari, guidati dal capitano Carlo Lazzari, hanno appurato che le quattro società erano strettamente collegate tra loro e detenevano partecipazioni reciproche.
Secondo i riscontri delle indagini tratta di un gruppo di società caratterizzate da frequenti e diretti rapporti commerciali e finanziari incrociati, tutte amministrate e facenti capo a Gavino Docche e persone a lui legati da vincoli familiari e di intima collaborazione. Il complesso, che già nel maggio dello scorso anno era stato sottoposto a sequestro immobiliare su disposizione dell’autorità giudiziaria, era chiuso da tempo.
Un sequestro poi revocato a favore della curatela fallimentare per consentire al giudice delegato al fallimento una migliore gestione del compendio attraverso la conclusione di un contratto di affitto o di cessione dei beni del fallimento.
Unisciti al nostro nuovo canale Telegram – Entra