Protesta contro esercitazioni Nato, in Sardegna centinaia di persone in corteo fino a Teulada
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Nella giornata di ieri, domenica 22 Maggio, centinaia di persone si sono radunate per protestare contro le esercitazioni Nato di “Mare Aperto 2022”.
Nell’isola inizia a sorgere un vero e proprio movimento non ancora dichiarato, ma mosso da un unico obiettivo comune, ossia la salvaguardia del territorio, già pesantemente segnato e deturpato nel corso degli anni, e lo stop immediato delle esercitazioni Nato attualmente in corso.
Non sono poche le persone che vorrebbero una totale uscita delle basi Nato dalla Sardegna, con la conseguente smilitarizzazione e denuclearizzazione definitiva dell’isola.
Il malcontento del popolo cresciuto negli anni è arrivato al culmine della tolleranza, e sono iniziate le prime proteste, per il momento ancora pacifiche.
Nella giornata di ieri infatti, circa 600 persone hanno sfilato in corteo arrivando davanti al poligono di Teulada, dove alcuni manifestanti a volto coperto hanno tranciato quasi 5 metri di rete intorno all’area militare.
Nonostante la massiccia presenza delle forze dell’ordine in tenuta antisommossa non ci sono stati scontri, a operazione terminata infatti i manifestanti sono tornati indietro riprendendo la marcia verso Sant’Anna Arresi.
Davanti al corteo compatto, uno striscione con un messaggio in lingua sarda scritto a caratteri cubitali: “Gherraus impari po una Sardinnia libera” tradotto “Lottiamo insieme per una Sardegna libera”.
La protesta contro le esercitazioni Nato si è svolta al grido di “A fora sa Nato de sa Sardinnia” ossia “Fuori la Nato dalla Sardegna”. Niente mezzi termini quindi, ormai l’ultimatum è chiaro e la pazienza finita.
Un’altra vicenda che ha destato scalpore e anche qualche polemica, legata probabilmente allo stesso movimento di protesta, è accaduta pochi giorni fa a Cagliari.
Un gruppo di persone hanno imbrattato con vernice rossa i muri esterni del Comando militare dell’Esercito in via Torino, e lanciato una bomba Molotov.
Inoltre ha largamente preso piede la petizione on line lanciata circa 10 giorni fa sul portale Change.org, che ad oggi ha raccolto quasi 10 mila firme. Un chiaro segnale lanciato alla Regione, affinchè prenda iniziative in merito e si faccia portavoce nei confronti del Ministero della Difesa Italiana.
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