L'Isola leggendaria, menzionata per la prima volta da Platone
Atlantide, uno dei più misteri più affascinanti dell’umanità
Atlantide, il mito, la leggenda, la ricerca senza fine, è possibile come ha scritto Platone che sia esistito un luogo, forse scomparso, nelle profondità dell’oceano Atlantico o nel cuore del mar Mediterraneo? E’ possibile che centinaia di ricercatori, in molti secoli non abbiano ancora trovato una prova definitiva?
Atlantide è esistita veramente o Platone scriveva fantasie?
Il mito di Atlantide viene raccontato per la prima volta da Platone nel IV secolo A.C., nei due dialoghi del Crizia e del Timeo, dove si parla di una civiltà leggendaria, che in un tempo remoto, avrebbe dominato gran parte dell’Europa e dell’Africa.
Sono in tanti a ritenere quello di Platone un racconto puramente mitologico, ma se Atlantide fosse realmente esistita, seguendo le indicazioni del filosofo greco, si sarebbe dovuta trovare a ovest dello stretto di Gibilterra e avrebbe occupato gran parte dell’oceano, tra le coste dell’Africa e dell’America centrale.
Un antico continente scomparso, una civiltà evoluta, cancellata in pochi istanti da un catastrofico evento naturale, pensiamo subito a Atlantide, a terre e a tempi lontani.
Ma se tutto questo fosse accaduto più vicino al nostro paese di quanto mai abbiamo potuto immaginare?
Prima però vediamo dove Atlantide nel tempo da molti ricercatori e studiosi è stata collocata.
In mezzo all’oceano Atlantico si trovano solo le Azzorre, posizionate nei pressi di una zona vulcanica, che Atlantide fosse nel Mar dei Sargassi a meta tra Azzorre e le Antille, ne era convinto anche il sensitivo americano Cayce.
C’è chi ha ipotizzato che Atlantide, non fosse altro che il continente americano o comunque una grande isola nei pressi del Golfo del Messico, di cui Cuba e i Caraibi oggi sarebbero i resti.
C’è invece chi ha pensato alla Groenlandia, che in un’epoca passata sarebbe stata una terra fertile e rigogliosa, come testimonia il suo stesso nome, che significa terra verde.
Anche l’Antartide avrebbe potuto ospitare la città di Atlantide, come sostengono altri studiosi, e lo dimostrerebbero le antiche carte geografiche, come la mappa di Piri Reis, dove il continente australe è disegnato libero dai ghiacci.
E se la realtà fosse un’altra fosse un’altra? Se le indicazioni geografiche di Platone fossero state male interpretate? Sarebbe possibile collocare l’isola di Atlantide nel Mediterraneo, invece che nell’Oceano Atlantico?
C’è chi sostiene che un tempo le colonne d’Ercole non erano là dove noi oggi le collochiamo.
Le colonne d’Ercole in passato hanno sempre rappresentato un limite invalicabile, i latini, lo chiamavano il “non plus ultra”, cioè il luogo oltre il quale non si poteva andare.
Oggi le colonne d’Ercole le posizioniamo sullo stretto di Gibilterra, tra Mediterraneo e Atlantico, ma probabilmente in passato Platone intendeva qualcosa di diverso, voleva forse collocarle in un altro luogo.
Grazie ad una ricerca accurata portata avanti da un giornalista italiano, Sergio Frau, le colonne d’Ercole potrebbero essere più vicine a noi di quanto possiamo immaginare. Determinante, è il giusto posizionamento delle colonne d’Ercole.
Il Mediterraneo, 3500 anni fa, era diviso in 2 aree di influenza ben precise, a oriente tra la Sicilia e la Turchia, dominavano i greci, mentre a ovest della Sicilia fino alle coste spagnole, regnavano i fenici.
E’ possibile che le colonne d’Ercole, non fossero altro che un confine geopolitico tracciato dai Fenici, per impedire ai Greci di espandersi verso occidente.
Il mare dei Greci del periodo di Platone, è un mare che vede la Sicilia un po’ come il confine del mondo antico.
Il canale di Sicilia, dagli antichi era considerato uno dei tratti più pericolosi di tutto il Mediterraneo, lì i romani persero 150 navi e riuscirono a superare i problemi di quel tratto di mare solo dopo aver rubato la tecnologia ai cartaginesi, ma perché era così pericolosa?
Il livello delle acque era più basso, e quindi c’erano degli scogli che affioravano, addirittura delle isole che erano poco sotto il pelo dell’acqua, e poi la morfologia del fondale mutava in continuazione, alcuni tratti infatti erano completamente sabbiosi e delle dune subacquee creavano improvvise secche e dei vortici pericolosi.
Ma perché le colonne d’Ercole prima erano collocate nel canale di Sicilia e quindi vicino a Malta e poi nel tempo sono state spostate verso occidente sino ad essere ricollocate nello stretto di Gibilterra.
Nel IV secolo A.C., la Grecia conquista il mondo, l’impero di Alessandro Magno abbraccia ormai tutto il Medio Oriente fino all’India, mentre la cultura greca, conosce una diffusione universale.
Un secolo più tardi, il geografo Eratostene di Cirene, direttore della biblioteca di Alessandria, è costretto a rivedere la geografia mondiale, per integrare le nuove conquiste di Alessandro Magno, il mondo improvvisamente si è fatto più grande, e se Alessandro si è spinto a Oriente fino all’India, i confini geografici devono allargarsi anche verso occidente, poiché la Grecia deve restare il centro geografico dell’umanità.
Professori dell’Accademia dei Lincei, la stessa UNESCO, si sono dimostrati aperti nei confronti delle ipotesi portate avanti da Frau, ma allora, se le colonne d’Ercole si trovano nel canale di Sicilia, la grande isola di Atlantide sarebbe la prima grande isola che si incontra andando verso occidente, quindi la Sardegna.
In effetti la Sardegna si presta a essere l’isola di Atlantide, a cominciare dalla presenza di una misteriosa civiltà scomparsa, un popolo, su cui ancora oggi esistono poche certezze, è la civiltà nuragica, che ha disseminato l’isola di migliaia di torri circolari, erette con enormi blocchi di pietra, i Nuraghi.
I Nuraghi sono tra i monumenti megalitici più grandi e meglio conservati d’Europa, ma ancora oggi gli archeologici discutono sulla loro funzione, secondo alcuni, si tratterebbe di tombe monumentali o luoghi di culto, altri parlano di fornaci per fondere i metalli, altri ancora sono convinti che i Nuraghi fossero torri di vedetta, erette in punti strategici per scopi militari.
Il fascino di Atlantide è proprio il suo mistero, ispira la letteratura contemporanea, soprattutto quella fantasy, ma anche la fantascienza, i fumetti, i film e i videogiochi, essendo divenuta sinonimo di qualsiasi ipotetica civiltà perduta nel remoto passato.
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