Autotrasportatori sardi, quinto giorno di protesta sull'isola
Sta per concludersi il 5° giorno di protesta per gli autotrasportatori sardi, e domani si uniranno a loro anche il MPS (Movimento Pastori Sardi) e tantissimi agricoltori.
La protesta iniziata questo lunedì , sta provando molto gli autotrasportatori sardi, sostenuti in questi giorni dai pastori e non solo, in tanti hanno fornito loro cibo e parole di conforto e solidarietà, perché la verità è che questa mobilitazione sta unendo il popolo sardo, in particolar modo tutte quelle persone che operano nei settori che risultano più colpiti dai rincari generalizzati, a partire dalle materie prime, fino ad arrivare al caro energia e al caro carburante.
Sono pesanti i danni che sta subendo il settore agricolo, in seguito al blocco dei porti, per questo i camionisti hanno assicurato che le merci deperibili passeranno tranquillamente per evitare ulteriori disagi soprattutto ad agricoltori e allevatori.
Si fermano anche i corrieri espressi, che ieri hanno annunciato la sospensione dei servizi di spedizione e consegna dei pacchi da e per la Sardegna.
Anche nei supermercati alcune merci iniziano a scarseggiare, ma dai presidi non arrivano segni di cedimento o ripensamento, e annunciano: “La protesta non si può fermare se non arriveranno risposte concrete a questa situazione disastrosa, andrà avanti almeno sino al 31 marzo“.
Una decina di tir oggi, hanno sfilato nel centro di Nuoro.
Il corteo partito da piazza Sardegna, seguito da altri manifestanti a piedi, ha poi proseguito in via Lamarmora, via IV Novembre, via Dante, via Deffenu, via Roma e piazza Italia, sostando davanti Camera di Commercio, alla Provincia, al Comune, e alla Prefettura.
A Olbia invece la Polizia stradale, in coordinamento con la Capitaneria di Porto, ha scortato le motrici con i semirimorchi refrigerati che trasportavano prodotti freschi affinché riuscissero ad uscire dal porto.
Intanto il Governo, in 24 ore è riuscito ad approvare uno stanziamento di fondi per la ricostruzione del teatro di Mariupol, e sembra non voler cogliere le motivazioni di questa mobilitazione, lasciando inascoltato il grido di disperazione del popolo sardo, forse considerato un popolo di serie B, comunque meno importante del popolo ucraino in questo momento.
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