Secondo giorno di protesta autotrasportatori sardi tra rabbia e disperazione
Condividi con i tuoi amici

"Prima eravamo Eroi, adesso siamo la rovina dello Stato"

Secondo giorno di protesta in Sardegna, e tra gli oltre 400 autotrasportatori sardi che hanno deciso di fermarsi costretti dai rincari sul carburante, crescono rabbia e frustrazione oltre alla disperazione.

Non so come facciano gli altri a lavorare, secondo me ci stanno perdendo ogni giorno. Noi ci siamo fermati, e mi dispiace perché è la cosa più bella che ho, ma purtroppo siamo costretti a fermarci” – dice Giulio, dal presidio al cementificio di Samatzai.

Con la voce quasi spezzata dal pianto e una mano sul cuore, quasi a voler alleviare il dispiacere che lo affligge, continua e dichiara: ” Ho imparato da piccolo a fare questo lavoro, ma adesso ci stanno togliendo la dignità, non siamo più niente, ci stanno rovinando e basta. – e per concludere dice – “Scusate ma non ce la faccio piùoltre 400 gli autotrasportatori sardi che hanno deciso di non fermarsi e far partire la manifestazione contro il caro-carburante.

L’intervista fatta da Agnese Zara, una semplice mamma come si definisce lei stessa, agli autotrasportatori del presidio di Samatzai dove erano presenti anche le forze dell’ordine, si sposta verso gli altri camionisti provenienti dalle zone limitrofe come Serrenti e Villacidro.

Nonostante il presidio, un camion diretto proprio al cementificio è stato fatto passare, a dimostrazione che la protesta non è fatta per arrecare danno, ma solo ed esclusivamente per portare alla luce la situazione drammatica in cui tantissimi settori versano in questo preciso momento storico. 

Intanto anche a Cagliari lo mobilitazione continua, ed è stato attuato un presidio davanti alla prefettura.

Da un servizio realizzato da Ansa emergono dati sconcertanti, un camionista infatti dichiara: “Oggi il prezzo del gasolio incide per il 55%; se a gennaio 2021 il costo di 3oo litri di gasolio era pari a 410 euro, a gennaio 2022 siamo arrivati a pagare 300 litri di gasolio a 525 euro, a marzo i prezzi sono saliti alle stelle e 300 litri di gasolio sono costati 670 euro. – Noi oggi siamo in perdita di 2000 euro al mese solo del gasolio.

A parlare da Cagliari, anche Annamaria Schirru, una delle referenti della mobilitazione che dice: “Le aziende non possono andare avanti così, per cui auspichiamo che dal governo venga fuori una trattativa risolutiva, noi chiediamo soprattutto l’abbattimento delle accise”.

Oltre 400 è il numero di manifestanti registrato ieri, in continua crescita e destinato ad aumentare nelle prossime ore e nei prossimi giorni, in quanto come già annunciato dal settore agricolo di tutta l’isola oltre che dal MPS, se le risposte tarderanno ad arrivare tutti si uniranno in un’unica grande protesta, già organizzata per sabato 19 marzo.

Lascia un commento