E' successo 53 anni fa sul prato dell'Amsicora
12 aprile 1970, Cagliari Campione d’Italia
Una data impressa nel cuore dei tifosi rossoblù, ogni anno è un giorno speciale, quei giorni evidenziati sul calendario.
In soli 6 anni di massima serie, la squadra rossoblù portò per la prima volta il titolo di Campione d’Italia nel “Mezzogiorno“, lontano dalle metropoli del Nord e del Centro, conquistando una vittoria ricca di significati per l’intera Sardegna.
Orgoglio raddoppiato in chi ha potuto solo ascoltare la narrazione orale, come si tramandano da generazione a generazione gli eventi tribali, e ha scandagliato la rete e sezionato la documentazione filmata, fantasticando di stare a saltare sulla tribuna del glorioso Amsicora.
Una squadra che é diventata leggendaria, costruita meticolosamente da Andrea Arrica.
A difendere la porta Ricky Albertosi.
Difesa d’acciaio, con Mario Martiradonna, Comunardo Niccolai, Pierluigi Cera e Giulio Zignoli.
Un centrocampo pazzesco, un mix di corsa e qualità, con il brasiliano Nenè, Mario Brugnera, Ricciotti Greatti.
Tridente da far tremare qualsiasi difesa, con Angelo Domenghini, Bobo Gori e il trascinatore Gigi Riva. Senza dimenticare Giuseppe Tomasini, titolare gran parte della stagione, poi infortunatosi gravemente, Cesare Poli, Eraldo Mancin, Corrado Nastasio e Adriano Reginato.
Sedici grandi campioni, guidati da Manlio Scopigno, “Il filosofo”, allenatore scanzonato e anticonformista, che non si lasciava soggiogare dalle forti personalità dei giocatori ma sapeva come responsabilizzarli.
I numeri dello scudetto
45 punti, 17 vittorie, 11 pareggi, 2 sole sconfitte. 42 gol fatti (21 siglati da Gigi Riva, per la terza volta capocannoniere del campionato), appena 11 al passivo, record di sempre nei campionati a 16 squadre.
I numeri testimoniano che il primo scudetto di una squadra del Sud fu pienamente meritato, conquistato in connubio con un pubblico caldo e appassionato. Una vittoria che ha oltrepassato i meri confini sportivi per assumere una importanza valenza sociale.
L’anniversario 2023 porta inevitabilmente con sé un fondo di tristezza.
Pochi giorni fa ci ha lasciati Bobo Gori, il numero 9, amatissimo da compagni e tifosi, l’autore del gol del 2-0 al Bari, apoteosi del titolo.
Alziamo più in alto il calice del brindisi della celebrazione e portiamolo più vicino a Bobo, a Mario, a Giulio, a Claudio, a Eraldo, a Manlio che restano al nostro fianco pur giocando su un altro campo. E ringraziamoli ancora, tutti i ragazzi, per averci regalato un sogno incapace di invecchiare e che ci riempie il cuore, come se fossimo ancora sul prato dell’Amsicora, alle 16.45 di domenica 12 aprile 1970.
Unisciti al nostro nuovo canale Telegram – Entra
La mia squadra del cuore avevo 2 anni ma ricordo dai racconti dei grandi chi erano questi campioni.Tifo cagliari dall’asilo. Abito a Cattolica in provincia di Rimini, non ho parenti oppure origini sarde, ma il mio compagno di asilo Alberto, il papà era sardo e ci raccontava delle imprese di Gigi Riva. E per me Gigi era ed è rimasto il mio mito. Quel numero 11 è un’icona. Gigi un esempio di uomo e calciatore, un atleta che non si abbatte nonostante le difficoltà della vita che lo hanno segnato sin da ragazzino. Nonostante gli infortuni che lo hanno fermato per tre volte è ancora il miglior marcatore della Nazionale.
Il Cagliari era e sarà sempre la mia squadra del cuore.
Sempre forza Cagliari 🙂