Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. “Non faremo beneficienza"
In seguito alla mossa di Putin del 23 marzo, quando Mosca avvertiva l’Italia e gli altri paesi “ostili” che, il pagamento delle forniture del gas sarebbero dovuto avvenire in rubli e che euro e dollari non sarebbero stati più accettati, nella giornata di oggi Mario Draghi parla di “violazione contrattuale da parte di Mosca”, e ancora “i contratti sono considerati violati se questa clausola venisse applicata dal Cremlino”.
Nonostante queste dichiarazioni, la Russia sembra determinata a seguire la sua linea inflessibile. “Di sicuro non forniremo gas gratuitamente, questo è certo”, ha fatto sapere il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, “È quasi impossibile fare beneficenza nella nostra situazione”.
C’é da dire che sentire parlare di “violazione contrattuale” da parte di uno stato sanzionato pesantemente perché colpevole di aver invaso un altro stato, sembra un tentativo quasi commovente di avere la meglio nel braccio di ferro.
Le opzioni per l’Italia sono 3:
- Sottostare alle richieste di Mosca, e quindi perdere la faccia;
- Fare leva su una clausola in un contratto, e sperare che Putin ceda, vista la necessità di “liquidi” per sostenere la guerra in Ucraina;
- Rinunciare alle forniture di gas e sperare nel solito buon cuore e nella pazienza degli italiani.
La scadenza prefissata da Mosca per modificare la moneta da utilizzare per il pagamento delle forniture è fine marzo, pochi giorni ancora per trovare la soluzione.
