In due anni è venuta a galla tutta la fragilità del Belpaese
Ora possiamo affermarlo con certezza, sono stati sufficienti gli ultimi due anni di “imprevisti” per mettere a nudo la totale fragilità dell’Italia, per rendere meglio l’idea, il tipico caso delle condotte fognarie senza manutenzione per anni, alla prima grande pioggia, tutta la belletta salta fuori e vedi con i tuoi occhi quello che preferivi evitare di vedere, “mannaggia, sarebbe stato sufficiente non tralasciare la manutenzione”, proprio così.
Sanità
Con l’inizio della pandemia, si è subito capito che il nostro sistema sanitario non sarebbe stato in grado di reggere l’ondata di ricoveri, non imputabile alla qualità del personale, ma alla carenza di strutture, di organizzazione e strumentazione. I tagli continui alla Sanità hanno portato a questo triste epilogo.
Politica
Sarebbe inutile citare nomi, sono tutti incredibilmente sopravvalutati e non all’altezza del compito. Non esiste più una classe politica forte, in grado di prendere le redini dell’Italia e restituire quel fascino e quella forza ormai solo un ricordo degli anni ’90. Nelle relazioni internazionali, pesiamo come una rondine a primavera, la crisi in Ucraina l’ha confermato, l’Italia, nelle trattative non esiste, siamo sempre esclusi dai tavoli “caldi”.
Industria
Abbiamo numerose aziende, anche sarde, che portano avanti un lavoro straordinario, esempi per tutti i ragazzi che vogliono fare impresa, ma si è rivelato insufficiente. Il bisogno impellente di mascherine, guanti, apparecchiature mediche e altri DPI, dovuto alla crisi pandemica, hanno messo a nudo la totale dipendenza dalla Cina e dagli altri paesi, non abbiamo più un sistema produttivo all’altezza, il nostro costo del lavoro è troppo alto, non possiamo competere con nessuno, o almeno non con quelli che contano.
Energia
Per anni si è parlato di energia alternativa, si è bloccata gran parte dell’estrazione del nostro gas, si, abbiamo la nostra energia e la snobbiamo. Però, scoppia la guerra in Ucraina e cosa “scopriamo”? Il gas lo compriamo dalla Russia. Ok, quindi siamo costretti a fare braccio di ferro con chi riscalda le nostre case. Non finisce qui, senza volerlo, finanziamo quotidianamente quella guerra che proviamo a fermare da settimane, sembra paradossale, ma è la realtà dei fatti.
Ipocrisia
In Italia c’è tanta ipocrisia, la politica ne è ormai invasa. La “fresca” distinzione tra profughi provenienti dall’Africa e profughi ucraini è stato un esempio, ma c’é di meglio, la distinzione tra il fratello non vaccinato ucraino e l’untore non vaccinato italiano, tanto disprezzato fino a qualche settimana fa. C’è da strapparsi i capelli.
Ipocrisia e demagogia hanno ormai spodestato la grande maestria della politica italiana di un tempo ormai lontano.
Sport e agricoltura
Abbiamo vinto Euro2020, l’unico primato da sventolare in faccia ai nostri “amici” europei, quelli a cui siamo costretti a chiedere il permesso per coltivare qualche metro quadro in più di terra, perché l’Ue ci impone determinate norme da rispettare (#celochiedeleuropa) ma giusto ieri, è stata espressa la volontà dell’Ue di “rimuovere il vincolo della superficie irrigabile per aumentare la produttività del settore agroalimentare“, per garantirci la possibilità di affrontare l’attuale problema di reperimento delle materie prime agricole da Russia e Ucraina.
Grazie Europa, concederci la possibilità di coltivare nel suolo italiano ci rende ancor più consapevoli di quanto questa visione di “europeismo” sia un totale fallimento.