Corruzione, Valerio de Giorgi
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Parla invece il costruttore di Quartucciu, Corrado Deiana, "tutto regolare"

Valerio De Giorgi non si è presentato a Palazzo di giustizia e ha fatto sapere di avvalersi della facoltà di non rispondere, il consigliere regionale del gruppo Misto, 57 anni, agli arresti domiciliari dalla scorsa settimana con le accuse di corruzione, tentata truffa e voto di scambio a conclusione di una indagine del nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Cagliari, coordinata dal pm Giangiacomo Pilia.

Niente interrogatorio di garanzia, quindi, per il politico difeso dall’avvocato Massimiliano Ravenna.

Davanti al gip Giorgio Altieri è comparso invece il costruttore  di Quartucciu Corrado Deiana, anche lui finito ai domiciliari per presunta corruzione: in cambio di un emendamento alla legge sul Piano casa avrebbe dato quattro appartamenti a De Giorgi a seguito di una permuta.

L’imprenditore ha rilasciato dichiarazioni brevi e spontanee. Al giudice ha detto che i suoi rapporti con il consigliere regionale di maggioranza avevano i contorni di una consulenza e che tutelava gli interessi delle imprese edili. Quanto alla permuta fatta col terreno della famiglia del politico, a suo dire era perfettamente in linea con i meccanismi del mercato, tanto che c’era pure il piano finanziario della banca.

Nel frattempo, è slittato a domani l’interrogatorio del collaboratore di De Giorgi, Marco Pili, è indagato per una ipotesi di tentata truffa perché avrebbero cercato di far avere un contributo regionale da 650 mila euro alla Pro Loco Città di Cagliari, fondata e controllata – secondo l’accusa – direttamente dal consigliere regionale attraverso parenti e persone vicine alla sua sfera di controllo. 

Per il giudice non solo ci sono gravi indizi di colpevolezza, testimoniati dal materiale probatorio raccolto direttamente dal telefonino e dai computer del consigliere regionale, ma anche un “elevato pericolo di commissione dei delitti della stessa specie”. Nell’ordinanza che disponeva gli arresti domiciliari, per il pericolo di reiterazione del reato, il gip del tribunale di Cagliari, sosteneva che le condotte del consigliere regionale, rilevano “un uso assolutamente spregiudicato della funzione pubblica ricoperta, per la verità già dalla campagna elettorale”, ritenendo che abbia approfittato della sua posizione di presidente della commissione Bilancio per cercare di accaparrarsi fondi pubblici.   

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